In alcuni ruscelli del sud dell’Alaska vive una specie di salmerino che gli americani chiamano Dolly Varden.
In quelle acque cristalline durante tutto l’anno non potresti fare a meno di notare una cosa in particolare, oltre ai salmerini. C’è davvero molto poco da mangiare per queste creature in quei ruscelli. Pertanto, sono costrette a nutrirsi davvero pochissimo durante la maggior parte dell’anno.
Fino ai primi giorni d’estate. Ovvero fino a quando arrivano i salmoni a deporre le loro uova.
In quel momento, all’improvviso, in quelle acque tranquille tutto si trasforma in una festa. Un’orgia di cibo. Sia sopra che sotto la superficie, questi salmerini banchettano con le uova appena deposte dai salmoni riempendosi letteralmente lo stomaco. Se potessi toccarli sentiresti i grumi di uova sotto la loro pelle nello stomaco dilatato fino all’inverosimile.
Ma una volta terminata la deposizione delle uova e, quindi, il loro lauto banchetto, tutto finisce. Un nuovo lungo periodo di carestia li attende fino all’estate successiva, quando ritorneranno nuovamente a banchettare fin quasi a scoppiare.
In questi torrenti è un continuo alternarsi di abbondanza e carestia. Anno dopo anno.
Ma come fanno queste creature a sopravvivere fino all’estate successiva? In che modo questi salmerini si adattano a questa situazione altamente variabile in cui ad un periodo di abbondanza segue un lungo periodo di assenza quasi totale di cibo?
Dopotutto, questi pesci hanno grandi corpi da nutrire. Il loro grande stomaco necessario per mangiare quante più uova possibile, richiederebbe molta energia per mantenersi.
Ma praticamente quando non ci sono i salmoni e, quindi non possono cibarsi delle loro uova, i salmerini riducono semplicemente la dimensione del loro stomaco.
Se facessi il calcolo di quanta energia li occorre per sopravvivere tra un banchetto e l’altro e quello che effettivamente mangiano in questo lungo lasso di tempo, ti accorgeresti che non dovrebbero essere in grado di sopravvivere per tutto quel tempo. Ma in realtà lo fanno. Sopravvivono tranquillamente.
Il salmerino in effetti fa crescere il suo stomaco durante il periodo in cui i salmoni depositano le uova e, di conseguenza, ha grande disponibilità di cibo. Terminato quel breve periodo, il suo stomaco si riduce notevolmente per tutto il resto dell’anno, in modo da adattarsi alla nuova condizione e risparmiare energia.
In altre parole i salmerini trascorrono la maggior parte dell’anno in modalità “fame”, con un piccolo tratto digestivo e un basso fabbisogno calorico. Quando arrivano i salmoni, il loro stomaco aumenta di volume e riparte nuovamente la festa.
Questa caratteristica molto particolare è chiamata plasticità fenotipica e riguarda i cambiamenti nel comportamento, nella morfologia e nella fisiologia di un organismo in risposta ai cambiamenti dell’ambiente esterno.
La plasticità fenotipica che fa adattare l’organismo in risposta ai cambiamenti nell’approvvigionamento alimentare è una condizione reversibile ed è comune anche ad altri animali come uccelli, rettili e piccoli mammiferi.
Ma, pensandoci bene, potrebbe essere molto utile anche noi per determinare il nostro atteggiamento di fronte al risparmio.
Le situazioni cambiano. Il risparmio anche
Il risparmio è la principale variabile da cui dipendono ricchezza e benessere finanziario. Meno risparmio vuol dire minore ricchezza e minore benessere finanziario. Maggiore risparmio equivale a benessere finanziario e ricchezza più elevati.
Non scopro certo io questa banale equazione, ma è sempre bene ricordarla perché a volte tendiamo a dimenticarcene.
Pertanto, la domanda fondamentale da questo punto di vista è una sola: “Quanto devi risparmiare?”
Non è una domanda semplice a cui rispondere e, tantomeno, banale.
Io stesso parlo sempre molto genericamente di quota di risparmio dando un range che può andare dal 5 al 10 e fino al 30% del reddito familiare ed anche di più. Ma aggiungo sempre che questa quota dipende dalla tua situazione specifica e che dovresti anche essere a tuo agio nel risparmiare quella parte del tuo reddito.
E’ facile dire: “devi risparmiare il 30% del tuo reddito” perché così acceleri il processo di costruzione di ricchezza e raggiungi i tuoi obiettivi molto prima del previsto.
Poi però devi scontrarti con la realtà. Con la tua realtà. Se per risparmiare quella quota devi tagliare tutte le spese non essenziali che danno qualità alla tua vita o addirittura ti costringi a tagliare le spese essenziali per vivere, capisci che non puoi andare lontano. Quel piano non sarebbe sostenibile nel tempo e risparmiare diventerebbe un sacrificio enorme e finiresti per odiarlo. O comunque finiresti per condurre una vita sicuramente insoddisfacente.
Nonostante ciò, in giro puoi trovare tantissimi consigli su quella che rappresenta la quota ideale da risparmiare. Chi dice il 10%, chi il 20%, chi il 30% del tuo reddito o addirittura quote di risparmio calcolate come multipli del reddito in base alla tua età.
Sono tutti consigli sofisticati ma sostanzialmente inutili, perché il più delle volte non tengono conto di un aspetto fondamentale: le situazioni cambiano.
Cambiano da persona a persona, da famiglia a famiglia e contestualmente cambiano nel corso del tempo.
Una famiglia con due fonti di reddito che porta a casa 5.000€ al mese potrebbe trovarsi a proprio agio risparmiando una quota del proprio reddito del 20%, pari a 1.000€. Se la situazione restasse sempre la stessa e le entrate continuassero a crescere al ritmo dell’inflazione questa famiglia potrebbe risparmiare il 20% del suo reddito per decenni.
Ma se per un motivo qualsiasi una delle due fonti di reddito dovesse venire meno, ad esempio perché uno dei componenti perde il lavoro, si potrebbe consigliare a quella famiglia di continuare a risparmiare ancora il 20% del suo reddito?
Se quel reddito si è ridotto della metà, supponiamo a 2.500€ credi che quella famiglia potrebbe risparmiare ancora il 20%, ovvero 500€ al mese, o addirittura i 1.000€ di prima? Probabilmente no. Perché le entrate si sono ridotte della metà ma sicuramente le spese non si riducono nella stessa misura.
Quella famiglia dovrà continuare a mangiare come prima, a pagare le stesse bollette di prima, lo stesso mutuo o lo stesso affitto di prima. Qualche spesa, soprattutto quelle non strettamente necessarie, certamente dovrà ridursi ma tutto il resto resterà più o meno invariato.
Pertanto, quella famiglia dovrà necessariamente rivedere la sua quota di risparmio. Sicuramente scenderà. Forse si azzererà addirittura.
Queste valutazioni valgono anche nel caso opposto, ovvero se per un motivo o per l’altro le entrate dovessero aumentare o le spese diminuire drasticamente.
Se i redditi dovessero crescere istantaneamente del 50%, quella stessa famiglia potrebbe contare su entrate per 7.500€ al mese. Questo aumento del livello di entrate con tutta probabilità non sarebbe seguito da un aumento così repentino delle spese.
Perché quella famiglia mangerà più o meno le stesse cose che mangiava prima, pagherà più o meno le stesse bollette di prima, la stessa rata del mutuo o lo stesso affitto.
Sicuramente qualche spesa in più ci sarà per adeguare il proprio tenore di vita al nuovo livello di reddito ma la differenza rispetto a prima dovrebbe essere contenuta. Le spese non aumenteranno dello stesso importo dell’aumento di reddito. O almeno voglio sperare che sia così.
Quindi avrebbe ancora senso una quota di risparmio del 20% per quella famiglia, ovvero 1.500€? Probabilmente no. Probabilmente sarebbe più corretto risparmiare una quota superiore. Diciamo che potrebbe risparmiare i 1.000€ di prima più la metà dell’incremento di reddito, ovvero altri 1.300€ circa. Quindi un totale di 2.300€. Il 30% del nuovo reddito.
Ecco perché il risparmio varierà certamente a seconda che una famiglia appartenga alla fascia di reddito più bassa o a quella più alta. Ma anche all’interno della stessa fascia di reddito qualora il tenore di vita sia diverso da una famiglia all’altra.
In sostanza, come vedi, il risparmio dovrebbe variare in base alle situazioni che continuamente cambiano. Un po’ come fanno i salmerini dell’Alaska con i loro stomaci. Quando c’è abbondanza di cibo il loro stomaco si dilata per contenere quante più uova possibile. Quando il cibo scarseggia il loro stomaco si riduce di volume per consumare meno energia e dare al salmerino la possibilità di sopravvivere fino al successivo periodo di abbondanza.
Quanto bisogna risparmiare?
Come hai visto prima, la risposta corretta non c’è.
O meglio, non c’è una risposta che possa andare bene per tutti e in tutte le situazioni. Perché le situazioni non sono per tutti uguali e, soprattutto, perché cambiano di continuo.
Quindi la risposta più corretta, come sempre avviene in finanza personale è: dipende.
Dipende da com’è composta la tua famiglia, dalla tua capacità reddituale, dal tuo tenore di vita, dalla tua situazione patrimoniale, dalla tua situazione assicurativa e da tante altre variabili.
Come i salmerini, quando hai la capacità di risparmiare di più fallo. Se invece quella capacità si riduce allora risparmia meno. Non esiste una regola ferrea a cui attenerti per sempre. Risparmia quello che ritieni sia giusto risparmiare nella tua situazione. Ma sempre tenendo in mente che il risparmio è fondamentale per il tuo benessere finanziario e per il raggiungimento dei tuoi obiettivi.
La cosa migliore poi, è adattare la tua quota di risparmio a quelle che saranno le mutate esigenze della tua vita.
E’ capitato anche a me e mia moglie quando è nato nostro figlio. Per un po’ di tempo abbiamo dovuto ridurre sensibilmente la nostra quota di risparmio perché dovevamo sostenere spese necessarie che prima non avevamo. Successivamente, man mano che quelle spese sono venute meno, abbiamo gradualmente ripristinato la nostra precedente quota di risparmio. Senza problemi. Serenamente.
E così dovresti fare anche tu nel momento in cui la tua situazione familiare, reddituale o le esigenze di spesa cambiano.
Come regola generale dovresti partire dalle tue entrate mensili a cui sottrarre quelle che sono le spese fisse essenziali che sostieni: mutuo/affitto, cibo, bollette, carburante, ecc.
Poi stabilisci una cifra massima che spenderai per tutto ciò che non è strettamente necessario ma che ritieni opportuno spendere per corroborare la tua qualità di vita. Mi riferisco a cene al ristorante, abbonamenti vari, centri benessere, palestra, regali, ecc.
La differenza tra le tue entrate mensili e tutte le tue spese (necessarie e non strettamente necessarie) costituirà la quota di reddito che puoi agevolmente risparmiare.
Puoi comunque sempre essere più specifico ed organizzarti meglio con un vero e proprio budget, ma in sostanza questa semplice procedura è più che sufficiente per determinare quella che è la tua personale e attuale capacità di risparmio.
Se cambia qualcosa, rimodulerai il risparmio di conseguenza.
Ti ringrazio per avermi letto e ti aspetto al prossimo articolo!
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