Se mi segui già da un po’ mi avrai sentito spesso portare avanti la filosofia del “qualsiasi cosa accada, tu continua sempre a comprare!”.
Infatti, per raggiungere i tuoi obiettivi di vita e di investimento, la strada obbligata è quella di costruire uno o più portafogli di investimento ed acquistare un insieme ben diversificato di beni produttivi in linea con l’asset allocation dei tuoi portafogli.
La mia filosofia d’investimento, da questo punto di vista, non può che trarre spunto dalla famosa risposta di Warren Buffett, al quale una volta fu chiesto quale fosse la durata ottimale di un investimento. Lui rispose: “Per sempre”.
Voglio precisare subito una cosa per evitare equivoci. Buffett si riferiva ad investimenti fatti in azioni singole. Difatti, il suo stile di investimento prevede l’acquisto di grosse partecipazioni azionarie in ottime aziende ad un prezzo ragionevole che sia inferiore al loro valore intrinseco.
Io in questo post, come d’altronde in tutti gli articoli del blog, quando parlo di azioni mi riferisco sempre ad investimenti azionari indicizzati attraverso l’utilizzo di ETF ben diversificati e a basso costo.
Nonostante la mia filosofia di base sia molto simile a quella di Buffett, per quanto concerne la durata di un investimento, arriva sempre il momento in cui un investimento azionario può (o deve) essere venduto.
Vendere azioni non ha nulla a che vedere con il market timing
Benché il momento di vendere le azioni prima o poi arriverà, questo non ha nulla a che vedere con il market timing. Ovvero, non ha nulla a che fare con la ricerca del momento migliore per vendere e trarne un profitto immediato.
Infatti, noi non siamo trader. Non siamo speculatori che cercano un guadagno immediato guardando il prezzo spot delle azioni.
Noi siamo investitori con il focus orientato al lungo termine che gestiamo i nostri investimenti in funzione degli obiettivi che ci siamo preposti.
E se questi obiettivi sono di breve termine, tendenzialmente non investiamo in azioni o, comunque, non in maniera preponderante. Investiamo in azioni solo per obiettivi che hanno un orizzonte che va dal medio al lungo termine.
La paura di vendere
Tuttavia, vendere le proprie azioni non è sempre una cosa facile.
E quando dico ciò mi riferisco all’aspetto emozionale della faccenda che ci impedisce di vendere anche se è giunto il momento.
Molto spesso è la paura che ci impedisce di vendere le nostre azioni per ragioni che nulla hanno a che vedere con la razionalità della scelta.
Paura che si manifesta in una duplice forma:
- Paura di essere tagliati fuori dai futuri guadagni, quando il valore di quelle azioni sta salendo (la cosiddetta FOMO, Fear of Missing Out);
- Paura di perdere soldi, quando il valore di quelle azioni sta calando.
Nel primo caso, la paura di non poter beneficiare dei futuri guadagni di quelle azioni che stanno acquistando sempre maggior valore ci impedisce letteralmente di vendere, anche se c’è una ragione razionale per farlo.
Nel secondo caso, che si verifica, invece, quando le azioni stanno perdendo valore rapidamente, è la paura di dover cristallizzare delle perdite che ci impedisce di vendere pur in presenza di una ragione valida. Oppure è il fatto di dover ammettere a noi stessi di aver sbagliato investimento che ci impedisce di vendere pur se è arrivato il momento giusto per farlo.
Pianificare la vendita di un investimento azionario
Cosa puoi fare per evitare che le tue emozioni, in particolare la paura, ti impediscano di vendere quando, invece, la vendita è una decisione giusta e razionale?
Per risolvere quest’impasse emozionale che ti impedisce di prendere una decisione razionale di vendita di tutto o di parte dei tuoi investimenti azionari, devi come al solito affidarti alla pianificazione.
Devi decidere in anticipo, ovvero a mente fredda e lucida e quando la situazione è calma, cosa fare e quando farlo. In questa maniera cercherai di automatizzare il più possibile le tue decisioni di vendita al verificarsi di determinate condizioni. Impedirai, pertanto, alle tue emozioni di decidere al posto tuo, con esiti il più delle volte sub-ottimali .
Ma quali sono, dunque, i casi in cui vendere una parte più o meno consistente delle tue azioni?
Vediamoli di seguito.
Quando devi ribilanciare il portafoglio
Uno dei casi più frequenti per cui è necessario vendere una parte delle tue azioni è quello del ribilanciamento del portafoglio.
Sostanzialmente, quando la quota azionaria del tuo portafoglio è cresciuta a tal punto da pesare molto più del dovuto è necessario venderne una parte ed acquistare asset meno rischiosi per riportare equilibrio nel portafoglio.
Cioè riportare l’asset allocation del portafoglio nelle proporzioni originarie tra asset più rischiosi (azioni) e asset meno rischiosi (solitamente obbligazioni e cash).
Viceversa, se non esegui il ribilanciamento, il tuo portafoglio assumerà un profilo di rischio più elevato di quello desiderato.
Quando l’orizzonte temporale dell’obiettivo si accorcia
Finché l’obiettivo per cui stai investendo è lontano oltre 10/15 anni, teoricamente potresti mantenere un’asset allocation interamente azionaria. Sempre che la tua tolleranza al rischio di breve termine ti faccia dormire bene la notte.
Tuttavia, man mano che l’orizzonte temporale dell’obiettivo si accorcia e scende sotto i 10 anni allora devi iniziare a ridurre gradualmente l’esposizione azionaria del tuo portafoglio.
Sostanzialmente, devi vendere azioni per acquistare asset meno rischiosi man mano che l’obiettivo si avvicina.
E’ un’evenienza molto simile al ribilanciamento periodico, con la sola differenza che quest’ultimo lo farai per riportare l’asset allocation alle proporzioni originarie. Mentre il ribilanciamento dovuto all’avvicinarsi dell’obiettivo lo farai, invece, per portare l’asset allocation originaria verso una più prudente.
Quando ti sei sbagliato su un investimento
Questo avviene nel momento in cui hai investito una parte rilevante del tuo portafoglio su azioni singole o su ETF settoriali che sono in perdita e difficilmente si riprenderanno.
Come detto prima, e come ripetuto più volte anche in altri post di questo blog, non dovresti mai fare una cosa del genere con una parte importante del tuo capitale.
Ma se è successo e ti accorgi che ormai le perdite sono consolidate, allora l’unica cosa da fare è vendere e reinvestire il capitale in maniera più consona e razionale.
Anche contro quella parte di te che non vorrebbe vendere per non ammettere di aver avuto torto. Sempre le benedette (o maledette) emozioni….
Quando hai raggiunto l’obiettivo
La ragione principale per vendere tutte o parte delle tue azioni si verifica quando hai raggiunto l’obiettivo per cui hai investito.
Non importa quale sia l’obiettivo. Ma una volta raggiunto il capitale necessario a realizzare quell’obiettivo è giunto anche il momento di vendere le tue azioni.
Se l’obiettivo implica l’utilizzo immediato di tutto il capitale allora dovrai vendere tutto. Acquistare una casa, pagare le spese per il matrimonio di tua figlia, ecc., implica l’utilizzo immediato di tutto il capitale.
Può succedere, invece, che l’obiettivo non preveda l’utilizzo del capitale tutto in una volta e allora la vendita delle azioni sarà graduale nel tempo. Hai raggiunto il capitale necessario per vivere di rendita o per integrare la pensione, oppure per pagare gli studi ai tuoi figli nell’arco di qualche anno. In questi casi dovrai comunque vendere subito parte delle azioni per ribilanciare il tuo portafoglio e renderlo più prudente. Ma in ogni caso, il più delle volte il raggiungimento di questo tipo di obiettivi prevede la vendita graduale delle tue azioni nel corso di un arco di tempo più o meno lungo.
Conclusioni
In sostanza, le ragioni che hai visto in precedenza sono le uniche per le quali dovrai vendere le tue azioni. E dovrai avere un piano prestabilito di vendita per evitare che le tue emozioni, in particolare la paura, ti impediscano di farlo.
Tolte queste quattro ragioni, io non vedo altri motivi validi per vendere azioni. Se lo fai ti esponi solo ad effetti fiscali non necessari (pagamento delle imposte sulle plusvalenze) e rallenterai il processo di costruzione di ricchezza alimentato dall’interesse composto.
Come sempre, ti ringrazio per avermi letto e ti aspetto alla prossima occasione!
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