Perché siamo pessimi investitori

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“Non molto tempo fa Clark Harris, un gastroenterologo di New York, acquistò azioni di CNH Global N.V., un’azienda che produceva attrezzature per l’agricoltura e l’edilizia.

Quando un suo amico gli chiese perché pensava che quelle azioni sarebbero salite, il Dr. Harris, che normalmente faceva delle analisi sulle azioni prima di comprarle, ammise di non saperne quasi nulla sulla società in questione (che aveva sede in Olanda).

Né il medico aveva competenze su trattori agricoli, presse per balle di fieno, bulldozer o ruspe. Ma amava comunque le azioni. Dopotutto, spiegò il Dr. Harris, il suo secondo nome era Nelson, quindi il ticker di quelle azioni (CNH) corrispondeva esattamente alle sue iniziali.

E questo, ammise allegramente, era il motivo per cui le aveva acquistate.

Quando il suo amico gli domandò se avesse qualche altra ragione per investire in quelle azioni, il Dr. Harris rispose: «Ho solo un buon presentimento, tutto qui».

Le azioni di CNH Global sottoperformarono il mercato sin dal momento in cui il Dr. Harris le comprò.”

“Your Money & Your Brain” – J. Zweig

Da sempre gli esseri umani, per sopravvivere, hanno dovuto sviluppare meccanismi per perseguire ricompense ed evitare i rischi. E farlo anche il più velocemente possibile.

E’ stata la natura umana a programmarci in questa maniera.

I nostri antenati, infatti, vivevano prevalentemente di caccia e pesca e, di conseguenza, avevano una necessità estrema di elaborare il più velocemente possibile le informazioni disponibili per riuscire a cacciare le prede e nutrirsene.

E, allo stesso tempo, dovevano evitare i pericoli dell’ambiente altamente selvaggio in cui vivevano.

Il Sistema 1

Il nostro sistema limbico, costituito da un complesso di strutture cerebrali tra cui amigdala e talamo, afferra gli input sensoriali, li valuta e li elabora con una velocità eccezionale.

Questo processo di valutazione ed elaborazione trasforma gli input ricevuti in emozioni come la paura o il piacere che inducono il nostro corpo a muoversi di conseguenza.

In questa maniera i nostri antenati cacciatori riuscivano a soddisfare le loro esigenze fisiologiche primarie come quelle di procurarsi il cibo e proteggersi efficacemente.

Oggi quelle stesse strutture cerebrali non sono più fondamentali per consentirci di svolgere le principali funzioni fisiologiche come alimentarci e proteggerci. Nel frattempo la nostra specie si è evoluta e l’ambiente in cui viviamo è cambiato radicalmente. Per nutrirci adeguatamente non è più necessario rispondere velocemente a determinati stimoli, perché non abbiamo più bisogno di cacciare le prede. Così come non abbiamo più necessità di proteggerci per non essere uccisi dagli animali feroci.

Tuttavia, continuiamo ancora ad utilizzare quelle stesse strutture per riconoscere i pericoli e reagire prima ancora di rendercene conto in maniera conscia.

Se ci mettiamo alla guida di un’auto siamo letteralmente travolti da un’infinità di stimoli esterni mentre procediamo lungo la strada. La musica che ascoltiamo, i bimbi che gridano sui sedili posteriori, il paesaggio che cambia intorno a noi, gli uccelli che sorvolano il cielo, le parole del passeggero con cui chiacchieriamo e così via.

Tuttavia, finché nulla si discosta dalla normalità, tutti questi stimoli sono rilevati dal nostro cervello ma sostanzialmente ignorati.

Ma se, ad esempio, l’auto davanti a noi inchioda bruscamente, anche se siamo sommersi dagli stimoli più diversi, a nostra volta premeremo sul pedale del freno con tutta la forza che abbiamo a disposizione. E lo facciamo velocemente, prima ancora di essere consapevoli di dover effettivamente inchiodare.

Questo meccanismo che ci fa reagire agli stimoli esterni prima ancora di renderci conto di cosa stia accadendo intorno a noi è chiamato Sistema 1, o veloce. Opera rapidamente e automaticamente con poco o nessuno sforzo e nessun senso di controllo volontario da parte nostra.

Pertanto, il Sistema 1 è costituito da quell’insieme di strutture e meccanismi cerebrali che affrontano una serie di problemi diversi in modi diversi. Dal riconoscimento di schemi alla percezione del rischio e della ricompensa, ai giudizi caratteriali sulle persone che incontriamo, ecc.

Quello che hanno in comune tutti questi processi è che vengono eseguiti automaticamente, rapidamente e inconsciamente.

Questo sistema funge, sostanzialmente, da primo filtro per tutte le nostre esperienze con il mondo esterno e dà l’allarme nel momento in cui rileva delle differenze rispetto alla normalità.

Perché il Sistema 1 è dannoso per l’investitore

A causa di tutte queste sue caratteristiche, il Sistema 1 può indurci a reagire involontariamente a tutto ciò che è insolito e inaspettato. Può farci reagire, di conseguenza, a qualsiasi storia o a qualsiasi cosa cambi velocemente o in maniera significativa e inaspettata.

Pertanto, quando il sistema 1 si attiva facendoti reagire agli stimoli, potresti pensare di aver preso una decisione consapevole. Ma in realtà sei stato guidato dagli stessi impulsi di base che hanno guidato i nostri antenati per procurarsi il cibo ed evitare il rischio di diventare a loro volta delle prede.

Per i nostri antenati le decisioni da prendere erano poche e poco complesse: procurarsi il cibo, trovare una sorgente d’acqua e non essere uccisi da qualche animale. Sono queste le principali funzioni per le quali il nostro cervello ha dovuto lavorare per milioni di anni.

Solo da poco più di 200.000 anni, dalla comparsa cioè dell’Homo Sapiens, le decisioni sono diventate via via sempre più complesse e solo da 400 anni esistono i mercati finanziari!

200.000 anni rispetto ad un’evoluzione del nostro cervello di oltre 50 milioni di anni, cioè sin dalla comparsa dei primati sulla terra, rappresentano un batter di ciglia. Pertanto, il nostro cervello non ha avuto ancora il tempo di evolversi per poter affrontare le decisioni più complesse cui è stato chiamato a rispondere solo nell’ultimo tratto della sua evoluzione.

Di conseguenza, il Sistema 1, che ci ha consentito di sopravvivere ed evolverci come specie per milioni di anni fino ad oggi, può trasformarci in pessimi investitori.

Andiamo a scoprire il perché.

Reattivo al cambiamento ma non a ciò che rimane costante

Come chiarito già abbondantemente, il Sistema 1 è molto sofisticato e ha svolto egregiamente il suo lavoro fin da quando i nostri antenati sono comparsi per la prima volta sulla Terra.

Oggi continua sempre a svolgere i compiti per i quali madre natura l’ha progettato, ma nel tentativo di risolvere problemi molto più complessi per i quali non è assolutamente pronto, può metterci seriamente nei guai.

Come, appunto, in campo finanziario e soprattutto nelle scelte di investimento.

Il nostro sistema 1 è così attento a rilevare i cambiamenti improvvisi, che ci rende difficile concentrarci su ciò che, invece, rimane costante.

Succede così che un ribasso di pochi punti percentuali del mercato può farci andare letteralmente nel panico e farci vendere tutto senza nemmeno renderci conto di quello che stiamo facendo.

Allo stesso modo, un forte rialzo dei mercati viene interpretato dal nostro sistema 1 come un cambiamento. Questa volta, però, scatenando un’istantanea reazione euforica per la probabile ricompensa, tanto da spingerci ad acquistare asset palesemente sopravvalutati. E tutto questo prima ancora di capire che stiamo facendo una cavolata.

In sostanza, il sistema 1 funge da cane da guardia che reagisce velocemente ai minimi cambiamenti del contesto attorno a noi ma spesso in maniera del tutto inadeguata, procurandoci a volte danni seri e irrimediabili.

Reattivo al cambiamento delle ricompense ma non alle probabilità

Il nostro Sistema 1 è anche molto sensibile alle variazioni nel valore delle ricompense ma non altrettanto sensibile nel rilevare le probabilità di ricevere quelle ricompense.

Ecco, quindi, che per l’investitore è molto più facile rispondere alla domanda “Qual è il guadagno potenziale?” che non alla domanda ben più importante “Quanto è probabile che realizzi quel guadagno?”.

Pertanto, più è alto il potenziale guadagno e più intensa sarà l’euforia generata dal Sistema 1 in risposta a quello stimolo. Nonostante le probabilità di realizzare quel guadagno siano minime, a volte prossime allo zero.

E’ il tipico caso in cui investi in un’azione singola, in un fondo d’investimento gestito attivamente o nella criptovaluta del momento che è cresciuta del 1.000% nel giro di una settimana. L’aspettativa di realizzare un grosso guadagno offusca totalmente la nostra già scarsa capacità di calcolare le probabilità che quel guadagno possa effettivamente realizzarsi. Probabilità nella stragrande maggioranza dei casi infinitamente basse.

E’ come comprare un biglietto della lotteria: consideri solo il valore della ricompensa. Non ti sfiora minimamente il pensiero che le probabilità associate a quella ricompensa siano solo di una su svariati milioni. E se per acquistare quel biglietto utilizzi i risparmi di una vita, capisci che hai un grosso problema da risolvere.

Questi sono solo degli esempi di come il nostro Sistema 1 può metterci in grossi guai quando si tratta di finanza personale e di investimenti in particolare.

Ma cosa possiamo fare concretamente per sfuggire a queste caratteristiche del Sistema 1 ed evitare che ci facciano fare pessime scelte di investimento?

Come combattere il Sistema 1?

Oltre al Sistema 1, quello veloce, al nostro cervello la natura ha dato in dotazione anche il Sistema 2, quello riflessivo.

Il Sistema 2 è molto più lento dell’altro, più analitico e più razionale.

Se usassimo questo sistema, il più delle volte eviteremmo di commettere errori banali di cui però potremmo pentirci per il resto della vita.

Purtroppo, questo sistema viene attivato solo quando il Sistema 1 non è in grado di risolvere facilmente e velocemente un problema e allora passa la palla al Sistema 2.

Oppure quando ci accorgiamo, in un modo o nell’altro, che il Sistema 1 ha preso una cantonata.

Tuttavia, il Sistema 1 si affatica molto velocemente ed è molto lento. Per questo il nostro cervello è programmato per farlo intervenire solo in casi estremi. Solo quando il Sistema 1, quello veloce e intuitivo, si trova in difficoltà.

In sostanza, il Sistema 1 è quello di default, mentre il Sistema 2 è quello di backup che si attiva solo in determinate circostanze che richiedono un intervento più analitico.

Considerato che ciascuno dei due sistemi porta con sé dei pregi e dei difetti, come può l’investitore attivare il Sistema 2 e proteggersi dalle decisioni sbagliate del Sistema 1? E allo stesso tempo, come può evitare che il Sistema 2 si affatichi e rimandi la decisione finale al Sistema 1?

La vera sfida per noi come investitori è, innanzitutto, quella di evitare di prendere decisioni sulla base delle sole valutazioni del Sistema 1. Dovremmo cercare di attivare in qualche modo il Sistema riflessivo e farlo lavorare in sinergia con quello veloce. E in questa maniera cogliere il meglio di entrambi.

Andiamo a vedere qualche suggerimento utile.

Prenditi almeno una notte per dormirci su

Dovresti abituarti prima di tutto a non prendere mai decisioni di getto.

Qualsiasi siano le condizioni del mercato, sia che stia crollando sia che stia salendo come se non ci fosse un domani, metti in stand-by qualsiasi decisione di investimento. Isolati da tutte le notizie di carattere finanziario e dormici su almeno una notte prima di decidere.

Il tuo stato d’animo alterato dalle emozioni influisce sul tuo comportamento a breve termine, ma le conseguenze di scelte sbagliate possono durare per moltissimo tempo. A volte per tutta la vita.

Quando sei insolitamente ottimista sei soggetto a prenderti dei rischi che, altrimenti, non avresti mai preso. Allo stesso modo, quando sei insolitamente pessimista sei riluttante a prendere anche quel minimo di rischio necessario per ottenere un congruo rendimento.

Il suggerimento di non prendere decisioni di investimento se prima non ci hai dormito su almeno una notte non è retorica spicciola. E’ un’affermazione di saggezza e buon senso che è stata confermata da diverse ricerche neuroscientifiche nel corso degli ultimi 50 anni.

Prenderai sempre decisioni di investimento migliori se ci dormi su, evitando di agire sulle ali del primo impulso.

Considera la visione globale

Prima di prendere qualunque decisione di investimento, soprattutto quella di vendere uno o più dei tuoi investimenti, considera sempre il quadro generale.

Non focalizzarti mai sui singoli investimenti che stanno andando male, ma guarda l’andamento dell’intero portafoglio.

Quello che conta è raggiungere l’obiettivo per cui hai costruito il portafoglio. Non certamente quello che tutti gli asset siano positivi e abbiano lo stesso rendimento. Ciò che conta è l’andamento del tuo portafoglio nella sua globalità, che dovrà consentirti di raggiungere l’obiettivo nei tempi stabiliti.

Pertanto, se i risultati del tuo portafoglio, e soprattutto la sua consistenza in termini di valore, sono allineati alla tabella di marcia per il raggiungimento dell’obiettivo, allora non toccare nulla.

Concentrati su ciò che conta davvero, ovvero come si sta comportando nel complesso il tuo portafoglio. E lascia perdere i dettagli, ossia l’andamento delle singole asset class o, addirittura, dei singoli investimenti.

Costruisci il tuo piano di investimento

L’arma migliore che hai per contrastare l’impulsività e l’irrazionalità del Sistema 1 è quella di pianificare in anticipo la tua strategia di investimento.

Decidere oggi quello che farai ogni mese per i prossimi anni ti solleverà dall’incombenza di dover decidere ogni volta quello che devi fare. Riducendo enormemente i rischi che il Sistema 1 prenda il controllo e ti induca a fare le scelte sbagliate.

Pianificare ciò che dovrai fare ti renderà semplice farlo anche se il tuo cervello, il tuo Sistema 1 in particolare, cercherà di farti fare scelte diverse.

Banalmente, se pianifichi di acquistare ogni mese per i prossimi 10/15/20 anni un certo paniere di ETF con cui hai costruito il tuo portafoglio, lo farai indipendentemente dal fatto che il mercato sia crollato del 50% o sia nel bel mezzo di una bull-run.

L’unica differenza sarà quella che se il mercato è crollato, con la stessa somma di denaro acquisterai più quote. Viceversa, se il mercato è in forte salita, con quello stesso denaro acquisterai meno quote di quei fondi. Ma è solo una conseguenza aritmetica. Per il resto andrai avanti con il tuo piano sia che sui mercati ci sia tempesta sia che splenda il sole. Il tuo portafoglio e i tuoi obiettivi ti ringrazieranno.

L’importante è pianificare tutto quando le acque sono calme, per evitare che emozioni come paura o euforia consentano al tuo Sistema 1 di farti deragliare ancor prima di partire.

Blinda i tuoi soldi

Se non puoi proprio fare a meno di provare i brividi e le sensazioni di essere guidato dalle intuizioni del Sistema 1, allora blinda la parte importante del tuo patrimonio e divertiti con quello che resta.

La parte importante del tuo patrimonio, non meno del 90%, dovrebbe essere distribuita tra fondo per le emergenze ed investimenti per i tuoi obiettivi. Con l’accortezza di utilizzare per la parte investita solo ETF indicizzati, ben diversificati e a basso costo.

Con la restante parte del tuo patrimonio (meno del 10%, dunque) divertiti pure andando a caccia di emozioni e scosse di adrenalina come meglio credi. Acquista azioni singole, criptovalute o qualsiasi altro “investimento” esotico che più ti attira. L’importante è che, quando quei soldi sono finiti, termini anche il gioco.

Non metterci un euro in più su quel conto. Indipendentemente dai risultati strabilianti che dovessi ottenere. Non un euro in più. Soprattutto se proviene dall’altra parte del patrimonio, quella importante e che dovresti tenere blindata e chiusa a chiave. Finiti i soldi su questo conto, chiudi i battenti.

Non mi resta che ringraziarti per avermi letto e ti aspetto al prossimo articolo!

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