Diciamolo subito: il mercato azionario, tendenzialmente, è in crescita nel lungo periodo.
Magari non salirà con un andamento costante, ma nel lungo termine e per la maggior parte del tempo le azioni tendono ad andare in una sola direzione.
I mercati azionari crescono perchè rappresentano l’economia reale, il mondo produttivo, le aziende che producono beni e servizi e soddisfano bisogni.
E se i bisogni che soddisfano oggi rappresentavano fantascienza cento anni fa, allora vuol dire che nel complesso l’umanità se la passa molto meglio nel presente che nel passato e, probabilmente, se la passerà ancora meglio in futuro.
Ciò sta a significare, a sua volta, che l’economia in un modo o nell’altro cresce sempre.
E se l’economia cresce le aziende guadagnano di più e crescono di conseguenza.
Nel lungo periodo, niente di meglio del mercato azionario riflette la crescita economica. Con il passare del tempo la popolazione aumenta, i lavoratori diventano più produttivi e l’economia cresce di conseguenza.
La crescita economica ha sempre spinto in alto i prezzi delle azioni, nonostante guerre, depressioni, recessioni, crack bancari, pandemie, ecc.
Ovviamente ci saranno aziende che cresceranno più di altre, alcune che falliranno e altre ancora che nasceranno, ma nel complesso l’economia crescerà com’è sempre cresciuta in passato.
Dunque, ecco qual è il vantaggio di possedere l’intero mercato azionario tramite ETF indicizzati ben diversificati e a basso costo: essere sicuri di ottenere i rendimenti che il mercato elargisce anno dopo anno.
Per questo essere un investitore nel mercato azionario significa prendere parte ai profitti e ai flussi di cassa delle società. Puoi beneficiare della loro innovazione, dei loro investimenti e della loro crescita.
Il mercato azionario paga sempre nel lungo periodo
Dal 1928 al 2021 il mercato azionario americano (lo S&P500 in particolare) è cresciuto a un ritmo del 9,6% medio composto annuo, dividendi inclusi.
Anche se escludiamo i dividendi, nello stesso periodo è cresciuto ad un ritmo medio del 6,1% annuo composto.
Anche le azioni internazionali hanno restituito buoni rendimenti a lungo termine agli investitori di tutto il mondo, pur se il mercato azionario americano ha reso in maniera molto superiore.
Ma non sarà sempre così. Non c’è scritto da nessuna parte. C’è una reale possibilità che nel prossimo futuro le cose siano diverse. In tal caso le azioni globali potrebbero fare meglio di quelle americane.
Ecco perchè un’ampia diversificazione può fare solo che bene, visto che nessuno può sapere quali saranno i mercati che daranno i maggiori rendimenti nei prossimi dieci o venti anni.
Non scopro di certo l’acqua calda dicendo che le azioni rappresentano l’asset class che ha reso di più nel corso dell’ultimo secolo e anche di più.
In finanza e negli investimenti è difficile che ci siano verità sconosciute, anche se spesso l’ovvio e il banale vengono sacrificati sull’altare dell’alternativo e dell’esotico che sono sempre più sexy agli occhi di risparmiatori e investitori.
Lo aveva già messo bene in evidenza J. Siegel nel suo Stocks for The Long Run: le azioni nel lungo termine si sono rivelate l’asset class vincente.
Comunque, non è tutto rose e fiori nel breve periodo come si è dimostrato esserlo nel lungo periodo. Il mercato non ha sempre e solo una direzione, soprattutto su orizzonti di tempo brevi.
Hai presente un cane al guinzaglio mentre il padrone lo porta verso casa?
Ebbene, alla fine la direzione è quella di casa ma durante il tragitto il cane tira da una parte all’altra perchè è distratto dall’ambiente circostante.
Ma alla fine, depurando dal rumore di fondo, l’informazione è che il cane arriva sempre a destinazione, cioè a casa.
Ecco, è quello che succede nei mercati azionari, dove giornalmente prevale il rumore di fondo con i titoli che vanno su e giù ma poi nel lungo termine la loro direzione è verso nord-est.
Osservando il grafico dei rendimenti azionari dello S&P 500 dal 1980 al 2021 puoi renderti conto di come la strada possa essere accidentata nel breve ma nel lungo periodo i rendimenti azionari sono stati sempre molto generosi.

In 32 degli ultimi 42 anni il mercato azionario americano è stato positivo, ben il 76% delle volte, e soltanto in 3 degli 8 anni in cui il mercato si è chiuso in negativo la perdita è stata superiore al 10%.
Mentre in 24 dei 32 anni in cui il mercato ha chiuso con un rendimento positivo, i ritorni hanno superato il 10% esclusi i dividendi.
Senza dubbio straordinario.
Ma soprattutto ti accorgerai come nei 32 anni in cui il mercato è stato positivo, quasi la metà delle volte si è assistito a un calo infra-annuale maggiore del 10%.
Perciò le correzioni o i mercati orso non devono spaventarti, fanno parte del gioco e spesso, nonostante correzioni marcate, il rendimento a fine anno è positivo e alle volte anche molto positivo.
Il prezzo dei rendimenti
Come la metafora del cane al guinzaglio il mercato non prosegue in linea retta verso l’obiettivo ma va a strappi.
Non restituisce sempre l’8/10% di rendimento costante ogni anno come un orologio svizzero, infatti dal grafico precedente vedi una forte variabilità di rendimenti: anni superiori alla media e anni sotto la media.
E vedi anche che quando il mercato restituisce rendimenti positivi può comunque subire dei cali anche importanti nel corso dell’anno.
Vuol dire, se ancora non ti fosse sufficientemente chiaro, che i cali di mercato non sono delle anomalie ma rappresentano una caratteristica del mercato stesso.
La volatilità, quella al ribasso, rappresenta il prezzo da pagare per ottenere rendimenti soddisfacenti nel lungo periodo.
Questo concetto è spiegato molto bene da Morgan Housel nel suo libro “La Psicologia dei Soldi” e se tu non sei disposto a pagare questo prezzo non potrai partecipare ai rendimenti che il mercato azionario ha sempre elargito.
In ogni caso esporsi al mercato azionario deve fare parte di una pianificazione più ampia in cui hai deciso quanto esporti, per quali obiettivi e con quali pesi.
Se prima non hai definito la tua strategia, ti stai affidando al caso e non sempre verrai ricompensato in maniera soddisfacente. E rischierai anche di abbandonare nel bel mezzo di un mercato orso che cancellerà per sempre parte del tuo Patrimonio.
Perciò, definisci bene quelli che sono i tuoi obiettivi, definisci quelli che sono i relativi orizzonti temporali, decidi un’asset allocation per ciascuno dei portafogli abbinati ai singoli obiettivi e solo alla fine preoccupati di scegliere gli strumenti finanziari all’interno di ogni singola asset class di ogni singolo portafoglio.
Ma per gli obiettivi di lungo periodo non puoi fare assolutamente a meno di esporti al mercato azionario, anche se sempre in linea con la tua propensione al rischio.
Come sempre, tengo a precisare che non sono un consulente finanziario e i miei sono suggerimenti mirano a darti un quadro della situazione il più chiaro possibile, mettendoti nelle condizioni giuste di definire quelle che saranno le tue strategie di investimento che implementerai con il tuo consulente finanziario indipendente di fiducia.
Buon lavoro allora e…. grazie per aver letto il mio articolo!
Se ti è piaciuto il mio post, iscriviti alla mia newsletter!