Previdenza complementare per gli avvocati: una necessità

previdenza-complementare-avvocati

Nel contesto attuale, caratterizzato da profonde trasformazioni e da prospettive sempre più fosche per la pensione pubblica, la previdenza complementare per gli avvocati assume un ruolo sempre più cruciale.

Ma, in generale, la necessità di integrare la pensione è una questione che riguarda tutti i lavoratori autonomi.

E restando nell’ambito dell’avvocatura, la riforma della Cassa Forense ha confermato un problema ormai già abbastanza evidente. Ovvero che i contributi versati durante gli anni di lavoro non saranno sufficienti a garantire un tenore di vita adeguato in pensione.

In questo articolo andiamo proprio ad esplorare la necessità della previdenza complementare per gli avvocati a seguito della riforma.

La riforma della Cassa Forense

La Cassa Forense, ente previdenziale a cui devono essere obbligatoriamente iscritti tutti gli avvocati che esercitano la professione, ha subìto significative modifiche a seguito del decreto “Salva Italia” e delle successive riforme. Principalmente per garantire la sostenibilità del sistema fino al 2050.

Del resto, la Cassa Forense funziona esattamente come l’Inps. Gli avvocati in attività versano i contributi che servono per pagare le pensioni di coloro che sono già usciti dal mondo del lavoro.

Per un mix di fattori demografici e di un profondo cambiamento del mercato del lavoro, si correva il serio rischio che quanto versato dai giovani avvocati non sarebbe stato sufficiente a pagare le pensioni correnti.

Perciò, per evitare il collasso, anche Cassa Forense ha dovuto essere riformata per garantire la sostenibilità futura del sistema.

L’importo della pensione degli avvocati, definito come montante contributivo individuale, viene calcolato con riferimento a due fattori:

  • una quota base (obbligatoria)
  • una modulare (volontaria)

E prevedendo specifici requisiti di età e un importo minimo di versamenti contributivi.

Uno dei cambiamenti più significativi della riforma riguarda l’applicazione del sistema di calcolo contributivo a tutti i nuovi iscritti a partire dal 2024.

Per gli avvocati con meno di 18 anni di iscrizione (maturati entro il 31/12/2023), verrà applicato un sistema di calcolo misto. Contributivo per gli anni successivi alla riforma e retributivo per quelli precedenti.

Per gli avvocati con almeno 18 anni di iscrizione, il calcolo rimarrà retributivo. Ma, in questo caso, il coefficiente per il calcolo della pensione a partire dal 2024 è stato ridotto all’1,30% dall’1,40% precedente.

La riforma prevede, inoltre, un graduale innalzamento dei requisiti anagrafici per andare in pensione. Dai 65 anni di età (con almeno 30 anni di effettiva contribuzione) ai 70 anni di età (con almeno 35 anni di contribuzione).

Ciò non esclude la possibilità, per l’avvocato iscritto, di anticipare il pensionamento al raggiungimento di una età compresa tra 65 e 70 anni. Ma in questo caso l’importo della pensione sarà ridotto di conseguenza.

A seguito della riforma, per le pensioni di vecchiaia e di anzianità degli avvocati non è più prevista la corresponsione di una pensione minima. Al suo posto è stato introdotto un meccanismo di integrazione al minimo, applicabile a determinate condizioni e comunque non per le pensioni di vecchiaia contributive.

L’importanza della previdenza complementare per gli avvocati

Consideriamo un giovane avvocato, classe 1990 che abbia iniziato a lavorare a 30 anni e ad oggi abbia un reddito netto di 35.000 euro. Considerando una crescita del reddito del 2% all’anno, il giovane avvocato andrà in pensione a 65 anni e 1 mese con 35 anni e 7 mesi di contribuzione e con una pensione pari al 43,7% del reddito ante-pensione.

Vuol dire che il nostro giovane avvocato l’ultimo anno prima della pensione percepirà un reddito di circa 52.700€ netti e poi una pensione di 20.500€ netti all’anno (calcolato a moneta costante, ovvero senza effetto inflazione).

Ti chiedo: è sufficiente poco più del 40% dell’ultimo reddito percepito per vivere bene in pensione?

Sono sufficienti poco più di 20.000€ all’anno per il nostro giovane avvocato abituato ad un tenore di vita di oltre 52.000€ all’anno?

Io una risposta ce l’ho, ma vorrei che sia tu a cominciare a riflettere seriamente su queste cifre.

Di fronte a queste prospettive, la previdenza complementare per gli avvocati emerge come una questione urgente da affrontare. E diventa fondamentale per garantire, soprattutto ai soggetti più giovani che hanno iniziato da poco la professione, un futuro finanziario sicuro anche in pensione.

Benchè le soluzioni possano essere diverse e complementari, secondo me la più indicata è quella di crearsi un fondo di previdenza privato attraverso la costruzione di un capitale durante gli anni lavorativi da destinare all’integrazione della pensione pubblica.

Nel caso del nostro giovane avvocato, un capitale adeguato per coprire il GAP di circa 32.000€ tra l’ultimo reddito ante-pensione (52.000€) e la pensione stessa (20.000€).

Questa soluzione, rispetto all’adesione a fondi pensione aperti o ad altre soluzioni offerte da banche, assicurazioni e intermediari vari, offre una maggiore flessibilità e la possibilità di personalizzare la propria strategia di risparmio in base alle esigenze individuali.

Ma, soprattutto, risulta molto meno onerosa in termini di commissioni e spese. E, come ben saprai, i costi e le commissioni erodono il capitale a scadenza, fino anche al 40/50%.

Giusto per completare il discorso, il nostro giovane avvocato potrebbe destinare una quota del suo reddito mensile di circa 650€ alla previdenza complementare, qualora non abbia altri risparmi accumulati fino a questo momento.

Se invece avesse già accumulato risparmi da destinare alla previdenza integrativa per 50.000€, la quota di risparmio si abbasserebbe a poco più di 300€ al mese.

risparmio

Ovviamente, queste quote sono calcolate considerando l’investimento delle stesse in un portafoglio a trazione azionaria, ben diversificato e a basso costo, che renda mediamente un 7% all’anno reale. Fattibilissimo e tutto sommato a basso rischio, considerando che parliamo di un obiettivo con un orizzonte temporale di oltre 30 anni.

Strategie e considerazioni per un efficace piano di previdenza complementare

La costruzione in autonomia di un capitale idoneo a colmare il GAP previdenziale rappresenta una delle soluzioni più efficaci per costruire una solida previdenza complementare per gli avvocati.

Attraverso un’attenta pianificazione previdenziale e la progettazione di un portafoglio di investimento ben diversificato, è possibile costruire gradualmente nel tempo il capitale necessario per la previdenza integrativa.

La pianificazione previdenziale e la diversificazione del portafoglio rappresentano, dunque, elementi necessari per ottimizzare i rendimenti e minimizzare i rischi associati agli investimenti.

Per implementare con successo una strategia previdenziale di questo tipo, gli avvocati dovrebbero considerare diversi fattori:

Valutazione del Profilo di Rischio. È fondamentale valutare la propria tolleranza al rischio e definire una strategia di investimento che rifletta gli obiettivi finanziari personali e l’orizzonte temporale fino al pensionamento;

Diversificazione del Portafoglio. Investire in una varietà di asset ben studiata è cruciale per ridurre il rischio e aumentare le potenziali opportunità di rendimento

Consulenza Professionale. L’assistenza di un consulente finanziario indipendente può fornire un supporto prezioso in tutto il processo di pianificazione previdenziale, nella scelta degli investimenti e nella gestione del portafoglio, assicurando che la strategia adottata sia in linea con le proprie esigenze e aspettative.

Conclusioni

La previdenza complementare per gli avvocati non è più un’opzione, ma una necessità.

Le riforme della Cassa Forense e l’evoluzione del contesto economico e lavorativo e professionale richiedono una maggiore attenzione alla pianificazione finanziaria per il futuro.

Attraverso la creazione di un fondo di previdenza complementare privato basato su una corretta pianificazione previdenziale e un portafoglio di investimenti efficiente e ben diversificato è possibile, soprattutto per gli avvocati più giovani, affrontare con maggiore sicurezza le sfide del domani, garantendo un tenore di vita adeguato e la serenità finanziaria in pensione.

Intanto io ti ringrazio per aver letto il mio post e ti aspetto al prossimo!

Iscriviti alla Newsletter per altri contenuti gratuiti:



Condividi il post per diffondere la cultura finanziaria in Italia