Il valore del Patrimonio Netto è il punto di partenza per testare lo stato di salute della tua ricchezza e tenere conto della sua evoluzione nel tempo.
Tuttavia, monitorare e tenere sotto controllo l’evoluzione del Patrimonio Netto non può coglierne lo stato di salute in un particolare istante e dirti se la sua composizione può lasciarti tranquillo o deve far scattare qualche campanello d’allarme.
Per rinfrescarti la memoria:
Patrimonio Netto = Attività – Passività
Le attività rappresentano tutti i beni che possiedi (meglio se consideri solo gli asset produttivi ed escludi tutti i beni che non producono reddito)
Le passività invece sono costituite da tutti i debiti, sia a breve sia a lungo termine.
Ma ora andiamo a vedere più da vicino come puoi riclassificare le componenti del tuo Patrimonio Netto per controllare il suo stato di salute.
Ti anticipo che quelle che ti indicherò di seguito sono riclassificazioni e formule che si ispirano a quelle utilizzate per le analisi di bilancio aziendali, da me riadattate e messe a punto per valutare lo stato di salute del patrimonio personale.
Il Patrimonio Netto Liquido
Il Patrimonio Netto Liquido rappresenta la quantità di denaro che avresti a disposizione se tu vendessi istantaneamente tutte le attività più liquide e pagassi tutte le passività a breve termine, cioè che scadono entro l’anno.
Quindi il tuo Patrimonio Netto Liquido (PNL) è dato da:
PNL = Attività Liquide – Passività a breve termine
Le attività liquide sono tutte quelle attività che possono essere trasformate in denaro contante in tempi molto brevi.
Tra questo tipo di attività troviamo certamente il cash, le obbligazioni e le azioni quotate e i relativi fondi di investimento ed ETF, l’oro, i REIT, ecc.
Le passività a breve sono costituite invece da tutti i debiti che devi onorare in un arco temporale di 12 mesi.
A cosa serve sapere a quanto ammonta il tuo Patrimonio Netto Liquido?
Serve a conoscere qual è la somma di denaro liquido su cui potresti contare se dovessi averne bisogno immediatamente.
Ecco perchè escludiamo dal calcolo del Patrimonio Netto Liquido tutte quelle attività che non sono facilmente trasformabili in denaro in tempi brevi. Come gli immobili, i crediti non obbligazionari, le obbligazioni e le partecipazioni azionarie non quotate, il TFR, le partecipazioni in aziende, ecc.
E perchè, dal lato delle passività, non includiamo i debiti che avranno scadenza oltre 12 mesi, in quanto avremo tempo per onorarli utilizzando il reddito futuro.
Il Patrimonio Netto Liquido è una misura molto più attendibile, rispetto al Patrimonio Netto, per determinare la tua capacità di reagire ad una necessità finanziaria importante ed indifferibile.
Per quale motivo? Perché il Patrimonio Netto Liquido si basa sul grado di “reattività” del tuo Patrimonio, cioè sulla sua capacità di far fronte ad una necessità finanziaria imprevista o a una grande emergenza in tempi molto ristretti e senza nessun tipo di preavviso.
Quindi, non è rappresentato da quello che potresti realizzare dal tuo Patrimonio se prendessi la decisione di liquidare tutto, ma da quello che potresti ragionevolmente aspettarti di realizzare quasi istantaneamente.
Indice di Liquidità Primaria
L’indice di liquidità primaria esprime la capacità del tuo Patrimonio di coprire i debiti con scadenza entro l’anno attraverso la sua parte più liquida, ossia il cash.
L’Indice di Liquidità Primaria (ILP) lo calcolo in questa maniera:
ILP = Cash / Passività a breve termine
In sostanza questo valore ti dice se le tue riserve di denaro liquido sono sufficienti a coprire i debiti a breve scadenza.
I possibili valori che può assumere questo indicatore esprimono situazioni molto differenti:
- ILP minore di 0,60 = Scarsa capacità di coprire le passività a breve scadenza con il solo cash;
- ILP maggiore di 1,00 = Elevata capacità di coprire le passività a breve scadenza con il solo cash;
- ILP compresa tra 0,60 e 1,00 = Buona capacità di coprire le passività a breve scadenza con il solo cash.
Diciamo che, dato per scontato che tu abbia stanziato un fondo per le emergenze adeguato e che abbia un’asset allocation idonea ai tuoi obiettivi finanziari, la situazione ideale sarebbe avere un indice di Liquidità Primaria intorno a 1,00.
Vorrebbe dire che riusciresti a coprire tutte le scadenze debitorie dei successivi 12 mesi con il solo denaro contante a tua disposizione, senza dover vendere nessun altro investimento (obbligazioni, azioni, immobili, ecc.).
Situazioni in cui la liquidità primaria è inferiore a 0,60 o superiore a 1,00 non sono situazioni altrettanto ottimali per motivi differenti.
Un indice di liquidità primaria inferiore a 0,60 vuol dire che hai poco cash oppure troppi debiti a breve termine e quindi che potresti essere in condizione di dover vendere qualche altro investimento per far fronte ai debiti in scadenza nei 12 mesi successivi, se la tue entrate dovessero azzerarsi da un momento all’altro.
Un indice di liquidità primaria superiore a 1,00 vorrebbe dire che probabilmente hai della liquidità in eccesso e stai perdendo opportunità di investimento. Ma potrebbe voler dire anche che hai pochi debiti a breve scadenza e in questo caso sarebbe una buona cosa.
In ogni caso non devi mai prendere decisioni sull’allocazione della tua liquidità prendendo in considerazione solo questo indicatore.
Devi, invece, valutare la situazione da tutte le prospettive, considerando questo indicatore congiuntamente ad altri parametri come il livello globale del tuo debito, di quello che scade entro i 12 mesi e, soprattutto, se la tua liquidità è adeguata (quindi non insufficiente ma nemmeno eccessiva) rispetto agli obiettivi a breve termine che va a finanziare.
Indice di Liquidità Globale
L’Indice di Liquidità Globale (ILG) esprime la capacità di tutto l’attivo non immobiliare del tuo Patrimonio di coprire tutte le passività (sia entro che oltre i 12 mesi) e lo calcolo in questo modo:
ILG = Attività non immobiliari / Totale Passività
Questo indicatore ti dice se il tuo attivo finanziario, quindi l’attivo patrimoniale al netto degli investimenti immobiliari fisici, è in grado di coprire tutte le passività.
Quanto più alto è questo indicatore tanto più il tuo Patrimonio è solido ed adeguato a coprire tutte le passività.
Diciamo che questo è un indicatore che andrebbe valutato considerando anche l’età del titolare del patrimonio. Infatti se valori bassi (inferiori a 0,50) sono accettabili per persone o famiglie giovani, per persone o famiglie in là con gli anni sarebbe auspicabile un indice quantomeno vicino a 1 o addirittura superiore.
Un indice inferiore a 1 significa che l’attivo non immobiliare non è in grado di coprire le passività e quindi non sarebbe sufficiente per estinguere tutti i debiti se il reddito si azzerasse.
Mentre un indice uguale a 1 indica che le passività sono interamente coperte dall’attivo non immobiliare e, perciò, sufficienti a coprire i debiti qualora si azzerassero le entrate.
Ne consegue che la situazione ideale sarebbe con indici maggiori o uguali ad 1.
Indice di Proprietà Immobiliare
Questo indice misura quanto pesa l’attivo immobiliare (senza distinzione tra prima casa e altri immobili) sul totale dell’attivo patrimoniale.
IPI = Attivo Immobiliare / Totale Attivo
Indici superiori a 0,30 stanno ad indicare un eccessivo sbilanciamento del Patrimonio su attività immobiliari e quindi un’eccessiva concentrazione dell’asset allocation sulla componente immobiliare e, probabilmente, una diversificazione tra asset class non proprio ottimale.
Il che potrebbe metterti in difficoltà nel momento in cui il mercato immobiliare dovesse subire una contrazione oppure non garantirti un adeguato rendimento nel caso in cui gli immobili non siano messi a reddito.
I valori ideali per questo indice sono pertanto inferiori a 0,30, meglio se sotto lo 0,20.
Indice di Prima Casa
L’Indice di Prima Casa misura il peso della prima casa sul totale dell’attivo patrimoniale.
IPC = Valore Prima Casa / Totale Attivo
Dal momento che la casa di proprietà non può essere messa a reddito o venduta, questo indice dovrebbe essere sensibilmente più basso dell’indice di proprietà immobiliare che comprende anche gli altri immobili a reddito.
Pertanto, dovrebbe restare sempre sotto il valore di 0,20. Questo vorrebbe dire che meno del 20% dell’attivo patrimoniale è rappresentato dalla casa di proprietà, mentre più dell’80% è allocato su altre asset class.
Sappiamo bene, tuttavia, che in Italia sia questo indice sia quello di proprietà immobiliare sono molto alti per via della predilezione tutta italiana verso il mattone. Ma questa situazione non è proprio l’ideale dal punto di vista dell’allocazione del capitale e della sicurezza finanziaria.
In sostanza, quest’ultimo indice ti dice indirettamente che comprare casa per viverci è una scelta che dovrebbe essere fatta solo quando il valore dell’immobile che si vuole acquistare come prima casa è inferiore al 20% dell’attivo Patrimoniale.
Siamo consapevoli che non è così che ragiona l’italiano medio quando acquista la prima casa e sappiamo anche che molto spesso l’indice di prima casa degli italiani supera abbondantemente il valore di 0,50, che rappresenta più di metà dell’attivo patrimoniale.
In ogni caso, ti ho fornito dei parametri matematici per fare le corrette valutazioni di carattere finanziario ed ottenere il maggior equilibrio possibile nell’allocazione del tuo capitale.
Poi sarai tu a valutare nello specifico quelle che sono le scelte migliori per te e per la tua famiglia, anche attraverso l’aiuto di consulenti finanziari indipendenti che possano guidarti nella scelta.
Per adesso è tutto e grazie per avermi letto!
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