Gli investimenti e il gioco del perdente

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I tempi sono cambiati.

Anche i mercati sono cambiati notevolmente e ciò che era possibile cinquanta o sessant’anni fa, oggi francamente sembra inverosimile.

Se a metà del secolo scorso era possibile fare meglio del mercato ottenendo rendimenti superiori, oggi non è più possibile.

Se fino a qualche decennio fa il mercato era formato prevalentemente da piccoli e medi investitori, oggi non è più così.

Oggi il 98% del valore delle transazioni di borsa è generato da investitori istituzionali. Grandi organismi che hanno dalla loro parte risorse enormi, sia finanziarie e sia umane, e tutti insieme si contendono i rendimenti del mercato.

La totalità di questi investitori, con le loro transazioni, determina quelli che sono i rendimenti del mercato anno per anno.

Battere il mercato per un piccolo investitore individuale come me e te significa fare meglio di tutti questi grandi investitori. Colossi che hanno enormi risorse da mettere in campo per accaparrarsi la fetta maggiore della torta dei rendimenti offerta dal mercato.

Capisci che cercare di battersi contro questi titani per fare meglio di loro è una sfida persa in partenza. Pertanto, cercare di battere il mercato trasforma gli investimenti dal gioco del vincente nel gioco del perdente.

Non è possibile nemmeno per tutti loro contemporaneamente battere il mercato, perché vorrebbe dire battere se stessi. E’ un paradosso.

Qualcuno di loro può riuscirci, di poco e per brevi periodi, ma necessariamente a discapito di altri.

Ciò che guadagna come extra-rendimento uno di questi investitori è inevitabilmente perso in egual misura da qualcun altro. Perché alla fine il rendimento totale deve coincidere con quello complessivamente generato dal mercato nella sua globalità.

Ma c’è un altro problema ancora più evidente che rende impossibile per un piccolo investitore battere il mercato.

Investitori istituzionali e piccoli investitori usano gli stessi strumenti, lo stesso terreno di gioco, le stesse regole, ma praticano due versioni completamente differenti dello stesso sport.

Ora ti spiegherò meglio cosa vuol dire.

La metafora del tennis

C’è un libro di Charles Ellis, Strategie senza tempo per investimenti di successo, in cui l’autore paragona il gioco degli investimenti al tennis.

Pur giocando lo stesso sport, investitori professionisti (istituzionali, fondi di investimento, hedge funds, ecc.) e piccoli investitori individuali giocano però due tennis completamente differenti.

I professionisti del tennis, quelli che potrebbero essere i primi 20 giocatori più forti al mondo, giocano la loro partita per prendersi il punto.

Raramente commettono errori eclatanti e sono capaci di sostenere scambi lunghi e potenti finché trovano il modo di piazzare il colpo giusto tale da mandare la pallina fuori dalla portata dell’avversario.

Nel tennis giocato dai migliori al mondo il punteggio è determinato dalle scelte e dalle mosse del vincitore. Quindi è un gioco in cui i punti si guadagnano.

Viceversa, nel tennis dei dilettanti i giocatori non battono quasi mai gli avversari. Battono se stessi.

Questi giocatori non riescono quasi mai a sostenere scambi potenti e prolungati e spesso mandano la pallina in rete, fuori dal campo e fanno una quantità enorme di doppi falli in battuta.

Quindi, in sostanza, perdono punti il più delle volte, anziché conquistarli.

Nel gioco dei dilettanti, invece di tentare il colpo e prendersi il punto come accade nel tennis dei campioni, i giocatori dovrebbero limitarsi a mandare la pallina nel campo dell’avversario. Minimizzando le probabilità di commettere errori e massimizzando le probabilità che siano gli avversari a commetterli. Sperando in questo modo di vincere la partita.

In definitiva, il tennis dei campioni è un gioco del vincente, dove i punti e il risultato vengono determinati dalle scelte e dai colpi del vincitore.

Il tennis dei dilettanti è un gioco del perdente, dove i risultati vengono determinati dalle azioni del perdente che batte se stesso, più che essere battuto dall’avversario.

C’è un altro aspetto della questione che non va sottovalutato. Nel gioco degli investimenti quando un dilettante sta cercando di battere il mercato con strategie di investimento attive è come se stesse giocando la sua partita di tennis contro un avversario che molto spesso è uno tra Djokovic, Alcaraz, Medvedev e via di seguito.

Non ha nessuna possibilità di vincere. Perciò non dovrebbe nemmeno giocarla la partita.

Fuor di metafora, dovrebbe attenersi ad una strategia di investimento passivo in ETF ben diversificati e a basso costo che gli garantiscono il rendimento del mercato.

C’è da dire, anche, che il gioco degli investimenti negli ultimi decenni ha subito grandi trasformazioni, passando da gioco del vincente a gioco del perdente anche tra i campioni.

Il gioco ha attratto molti più giocatori che sono diventati tutti campioni allo stesso livello con mezzi, risorse e informazioni molto simili.

Giocare per prendersi il punto è diventato molto più difficile anche per i campioni ed è diventato anche per loro molto meglio giocare in difesa. Limitandosi a mandare la pallina nel campo avversario e aumentando le probabilità che sia lo stesso avversario a sbagliare.

Un gestore di fondi non compete più con dilettanti ma compete con altre migliaia di gestori altrettanto forti e disposti a lavorare 16 ore al giorno per ottenere rendimenti migliori di quelli del mercato.

Ma ottenere questi extra-rendimenti in un gioco che si è trasformato nel gioco del perdente è veramente difficile e si può realizzare solo saltuariamente. Mai in modo costante.

Oltretutto, per battere il mercato questi giocatori devono realizzare rendimenti superiori a quelli dello stesso mercato per una quota almeno pari ai costi che sostengono.

Se ad esempio i costi che sostengono per battere il mercato sono del 4% allora per ottenere rendimenti migliori di quelli del mercato devono fare meglio di oltre il 4% in maniera costante.

Improponibile e fuori dalla portata del 99,99% di tutti gli investitori.

In conclusione, per giocare questo gioco con la matematica certezza di non essere battuto dall’avversario, quindi di non fare peggio del mercato, è quello di seguire una strategia di investimento basata su ETF indicizzati ben diversificati e a basso costo.

Solo in questo modo sarai sicuro di partecipare e vincere al gioco degli investimenti. Sia che tu stia giocando contro altri dilettanti come te, sia che tu stia giocando contro il numero uno al mondo.

Ma ricorda che ciò non vuol dire che otterrai sempre rendimenti positivi. Vuol dire soltanto che otterrai i rendimenti del mercato, ne più ne meno, siano essi positivi o negativi.

In bocca al lupo e grazie per avermi letto!!

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