Avevo poco più di 10 anni quando i miei genitori mi iscrissero in piscina.
Sinceramente non ricordo bene se fossi stato io a scegliere il nuoto o se avessero deciso loro per me. Fatto sta che non ho memoria di particolare entusiasmo per quella decisione, almeno per i primi due anni.
Sapevo già mantenermi a galla e muovermi più o meno discretamente in acqua, ma imparai velocemente la tecnica e in due anni presi tutti gli attestati previsti per ciascuno degli stili (stile libero, dorso, rana, delfino).
Al termine del secondo anno di scuola nuoto ero diventato bravino e abbastanza veloce, tanto da attirare le attenzioni di alcuni dirigenti della società sportiva che gestiva l’impianto in cui mi allenavo.
Stavano cercando giovani nuotatori da inserire nella squadra allievi di pallanuoto.
Erano gli anni immediatamente precedenti all’esplosione della pallanuoto in Italia. Anni immediatamente precedenti a quelli dei successi del mitico “Settebello” allenato da Ratko Rudić.
Quindi non avevo bene l’idea di come si giocasse, perché a quei tempi la pallanuoto era ancora uno sport molto di nicchia che non veniva trasmesso in TV.
Però gli sport di squadra erano il mio ambiente naturale e il nuoto inteso come attività individuale mi annoiava.
Quindi accettai con riserva la proposta di aggregarmi alla squadra allievi di pallanuoto. Avrei cercato di capire di cosa si trattava e, nel caso, avrei potuto declinare successivamente l’offerta.

Ricordo che il primo allenamento della squadra allievi, formata da ragazzini tra i 12 e 15 anni, era fissato nel tardo pomeriggio di un afoso lunedi di fine settembre.
Come di consueto, mio padre mi aveva accompagnato in piscina ed io entrai con il mio borsone nello spogliatoio per prepararmi.
Neanche il tempo di togliermi le scarpe, che entrò un signore sulla quarantina che, con un atteggiamento militaresco, ordinò a chi era lì per l’allenamento della squadra allievi di pallanuoto di seguirlo.
Al che io e altri 3 ragazzi, di cui 2 già li conoscevo, lo seguimmo in silenzio in una stanza attigua allo spogliatoio utilizzata come rimessa per le attrezzature della piscina.
Lì c’erano altri due ragazzi che probabilmente avevano ricevuto poco prima lo stesso trattamento da quel signore dal fare militare.
Senza fare domande ci sedemmo sulla panca dove erano già seduti gli altri due ragazzi. Il signore che ci aveva accompagnati chiuse a chiave la porta e si piantò dritto in piedi davanti a noi.
Indossava un paio di slip rossi, infradito ai piedi, una maglietta bianca a maniche corte con il logo blu della FIN (Federazione Italiana Nuoto) che aderiva ad un busto muscolosissimo, un fischietto e un cronometro appesi al collo.
Stette forse una decina di secondi in piedi lì davanti a noi a gambe leggermente divaricate e a braccia conserte, fissandoci uno per uno senza dire una parola. Proprio come un sergente dell’esercito fissa le sue reclute.
Alla fine parlò con tono pacato ma allo stesso tempo deciso.
“Mi chiamo Sergio e sono l’allenatore della squadra allievi, nonché della prima squadra di pallanuoto. Se pensate di venire qui a farvi il bagno perché non avete un cazzo da fare, vi consiglio di andarvene. E non intendo dopo l’allenamento. Intendo adesso!
Se invece restate, sappiate che sarò il vostro peggiore incubo con cui avrete a che fare due ore al giorno per 4 giorni a settimana per dieci mesi all’anno. E l’esperienza mi dice che diventerò il vostro incubo anche nella restante parte del tempo.
Ma vi assicuro che se oggi inizierete questo percorso e non smetterete mai di allenarvi con intensità e impegno almeno per i prossimi 5 anni vi assicuro che questo sarà uno dei pochi giorni che vi ricorderete per tutto il resto della vostra vita. Non perché ve lo sto dicendo io, ma perché saranno i vostri successi a ricordarvelo costantemente.
Chi non se la sente di iniziare vada via ora. Gli altri li aspetto entro 5 minuti in vasca”.
Si girò, aprì la porta e sparì.
Io fui uno dei 3 ragazzi che in 4 minuti netti da quando quel personaggio bizzarro uscì da quello sgabuzzino erano già in acqua.
E quel giorno e quelle parole, come vedi, ce li ho stampati in mente ancora oggi, nonostante sia passato ormai qualche decennio.
E mi ricordo ancora di lui, di Sergio.
Più che il primo allenatore, fu come un padre sportivo e un confidente, il mio motivatore, il mio punching-ball dopo una sconfitta o una prestazione al di sotto delle aspettative. Insomma, il mio punto di riferimento sportivo per tutto il tempo in cui ho avuto la fortuna di essere allenato da lui.
E devo dire che quel giorno di fine settembre, in quello sgabuzzino, Sergio aveva già previsto tutto.
Non solo in campo sportivo, in cui mi sono tolto moltissime soddisfazioni sia a livello di squadra sia proprio a livello personale, ma soprattutto come approccio alla vita.
Il primo passo è iniziare
Quel giorno imparai due lezioni fondamentali. Prima di tutto in ambito sportivo, poi nella vita più in generale e, infine, in ambito prettamente finanziario.
Non è che le abbia imparate esattamente in quel tardo pomeriggio di fine anni ’80. Anzi, lì per lì non ci ho fatto caso più di tanto.
Solo un paio di anni più tardi realizzai quanto le parole di Sergio avessero attecchito dentro di me come atleta. E solo dopo altri 15/20 anni mi resi conto di quanto avessero plasmato il mio modo di essere e di affrontare la vita.
La prima lezione che imparai quel pomeriggio è che la parte più difficile di ogni percorso è iniziare.
Spesso ci sentiamo letteralmente terrorizzati quando si tratta di intraprendere qualcosa di nuovo che non conosciamo e con cui non ci siamo mai confrontati prima.

Che sia un esame all’università, un nuovo lavoro, un progetto o un cambiamento che ci rendiamo conto di dover apportare nella nostra vita.
E anche in finanza personale è la stessa cosa.
Se per te il denaro è un problema, se non riesci a risparmiare nulla, se non capisci dove spendi effettivamente i tuoi soldi, cambiare le tue abitudini finanziarie diventa fondamentale.
Altrimenti, se non cambi nulla continuerai banalmente ad ottenere sempre gli stessi risultati.
Ma per cambiare devi iniziare da qualche parte.
Ed iniziare è sempre la parte più difficile di qualsiasi percorso.
Quella che ci mette più a disagio, che ci infonde ansia e che ci fa paura.
Ed è proprio lì che la maggior parte delle persone si ferma. Si blocca al punto da non riuscire a fare quel passo decisivo che può davvero cambiare la vita finanziaria di ciascuno di loro.
Ma una volta fatto quel passo per gettarsi nella mischia, tutto diventa più semplice e alla fine ci si accorge che poi non è tutto così complicato come ci si aspettava.
Decidere di iniziare un percorso di miglioramento delle nostre abitudini finanziarie che ci porti ad un livello di benessere finanziario tale per cui il denaro non costituisca più la nostra prima preoccupazione, rappresenta l’ostacolo più grande.
Ma una volta superato quell’ostacolo, molte delle paure, dei pregiudizi e delle convinzioni che tutto sia complicato e ingestibile, svaniscono all’istante.
E’ come imparare a camminare: bisogna solo fare il primo passo. Il resto verrà da se.
E così ti ritroverai ad aver già fatto il 50% del lavoro.
Il secondo passo è non smettere mai di allenarti
Quel giorno imparai anche un’altra lezione.
Per massimizzare le probabilità di avere successo in tutto quello che fai l’unica cosa che non deve mai mancarti è la determinazione di continuare sempre ad allenarti.
Eseguire regolarmente gli stessi esercizi per decine, centinaia, migliaia di volte.
Cercando di eseguirli ogni volta sempre un po’ meglio della volta precedente.
Che poi siano esercizi sportivi o di qualsiasi altra natura poco importa.
Ciò che, invece, è fondamentale è allenarti costantemente per migliorare giorno dopo giorno in quello che stai facendo.

Attenzione però. Nello sport come in ogni altro ambito della vita, non c’è scritto da nessuna parte che continuando ad allenarti con impegno e abnegazione diventerai un campione o il numero uno in quello che fai.
Sarebbe troppo bello e troppo semplice.
Continuare ad allenarti con determinazione è condizione necessaria ma non sufficiente per diventare un fuoriclasse.
Per diventarlo occorrono anche talento e tanta, tantissima fortuna.
Ma anche se non diventerai un campione, allenandoti con impegno e costanza migliorerai tantissimo in quello che fai e sarai più abile e più esperto rispetto a prima.
E sarai migliore anche di chi invece quel percorso non lo intraprende mai o, una volta intrapreso, smette di “allenarsi”.
Questo, invece, te lo sottoscrivo e te lo garantisco.
E la stessa cosa può essere traslata nella tua vita finanziaria.
Se applichi con impegno e costanza quei pochi ma fondamentali principi di finanza personale potrai toglierti moltissime soddisfazioni.
E quei principi sono pochi ma importantissimi.
- Guadagnare almeno un reddito tale da coprire agevolmente tutte le tue spese.
- Risparmiare una congrua quota del tuo reddito per realizzare i tuoi obiettivi.
- Verificare periodicamente come spendi i tuoi soldi e ottimizzare le tue decisioni di spesa.
- Investire adeguatamente i risparmi per gli obiettivi di lungo termine.
- Ribilanciare periodicamente il tuo portafoglio.
Allenandoti ad applicare costantemente queste poche ma potentissime regole ti toglierai davvero tantissime soddisfazioni in ambito finanziario. E nella tua vita più in generale.
Massimizzerai le probabilità di raggiungere i tuoi obiettivi e potrai godere di un livello di benessere finanziario inimmaginabile prima di iniziare questo percorso.
Probabilmente non diventerai mai milionario, come un atleta che si allena con impegno e costanza probabilmente non diventerà mai un fuoriclasse.
Ma ti garantisco che non è necessario diventare milionario per vivere finanziariamente meglio del 90% delle persone che abitano questo mondo.
Ma se non inizi e non ti alleni con costanza e dedizione nell’applicare questi pochi ma importanti principi di finanza personale, l’unica certezza che avrai sarà quella di restare sempre al punto di partenza.
Ovvero insoddisfatto della tua situazione finanziaria e incapace di pianificare e realizzare il benché minimo obiettivo sia per te sia per la tua famiglia.
Spero che quel discorso che Sergio fece a quei ragazzini nello sgabuzzino di quella piscina, oltre ad aver aiutato me a diventare un atleta, una persona, un risparmiatore e un investitore migliore, possa aiutare anche te ad intraprendere con soddisfazione un percorso di miglioramento finanziario.
Intanto, come sempre, ti ringrazio per avermi letto e ti aspetto al prossimo articolo.
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