Cosa vuol dire avere un buon reddito in Italia? Qual è quella cifra che consente di vivere abbastanza bene nel nostro Paese?
A questo proposito, ho scritto un articolo dal titolo “quando sentirsi ricchi” in cui cerco di fare un’analisi per capire quale fosse la consistenza del patrimonio netto che fa sentire davvero ricchi.
In questo post, invece, vorrei approfondire un altro aspetto della ricchezza, quello che la maggior parte delle persone considera più familiare. Ovvero il reddito.
Benché il parametro più corretto per misurare la ricchezza sia il patrimonio netto, non possiamo trascurare di considerare il reddito. Sia perché rappresenta il primo indicatore che le persone prendono in considerazione per valutare la propria ricchezza e quella degli altri. Sia perché, in ogni caso, il reddito è fondamentale per costruire benessere finanziario e ricchezza in generale.
Anche se la vera ricchezza non è rappresentata dal livello di reddito in sé, ma è costituita sostanzialmente da tutto il reddito non speso, con questo post vorrei cercare di capire quale possa essere considerato un buon livello di reddito. Magari cercando di arrivare ad indicarne anche l’esatto ammontare.
Ovviamente, prendo come riferimento l’Italia, consapevole che le retribuzioni reali sono sostanzialmente ferme da anni, se non da decenni. E, pertanto, quel livello di reddito che potrebbe essere considerato buono in Italia non vuol dire che consenta di avere un tenore di vita particolarmente elevato. E a maggior ragione non vuol dire nemmeno che resti altrettanto buono fuori dai nostri confini.
Ma prima di addentrarci più in profondità devo fare una distinzione importantissima che consente di interpretare meglio i dati.
Reddito medio e mediano
Quasi sempre, quando vogliamo sintetizzare al meglio la distribuzione di una variabile, utilizziamo la media aritmetica.
La media aritmetica è un ottimo indicatore statistico per individuare quello che tendenzialmente rappresenta il valore centrale di un insieme di dati. E, per calcolarla, è sufficiente fare la somma di tutti i valori osservati e poi dividere questa somma per il numero di osservazioni. Ad esempio, se vogliamo misurare l’altezza media di una classe di studenti, sommiamo le altezze di tutti gli studenti e poi dividiamo il risultato per il numero di studenti.
Questo parametro è il più conosciuto in statistica e serve a dare l’idea del valore centrale della distribuzione di una variabile in una popolazione in cui i valori sono equamente distribuiti. Ovvero, quando tra i dati non ci sono grosse differenze.
Quando invece si vogliono analizzare variabili che non sono equamente distribuite, cioè quando i relativi valori sono altamente variabili o esistono notevoli sproporzioni (ad esempio agli estremi), allora la media aritmetica dimostra tutti i suoi limiti.
E’ il caso del reddito, in cui pochi valori molto elevati finiscono per influenzare in maniera determinante la media, rendendo questo indicatore poco adatto a sintetizzare questo tipo di variabile.
Ad esempio, se abbiamo un gruppo di 10 persone di cui 4 guadagnano 20.000€ all’anno, 5 guadagnano 30.000€ all’anno e uno 1.000.000€, la media dei redditi sarebbe di 123.000€ all’anno. Comprendi bene che la media in questo caso non rappresenta bene la sintesi della distribuzione. Infatti, 9 persone su 10 guadagnano nettamente meno della media e uno mostruosamente di più.
Perciò, sorge la necessità di utilizzare un altro indicatore che rappresenti meglio il valore centrale del reddito.
Questo indicatore è la mediana, ovvero quel valore centrale della distribuzione che lascia il 50% delle osservazioni prima e il 50% dopo. Applicata al nostro esempio la mediana del reddito sarebbe di 30.000€, che sintetizza molto meglio la distribuzione del reddito nell’insieme che abbiamo considerato.
Ecco perché farò riferimento sempre al valore mediano del reddito e non al valore medio.
Reddito mediano in Italia
Stabilito che il reddito mediano sia il miglior indicatore per individuare il valore centrale del reddito della popolazione, vediamo qual è questo valore per le famiglie italiane.
Dall’ultima indagine sui bilanci delle famiglie italiane nell’anno 2020, pubblicata a luglio 2022 da Banca d’Italia, il reddito mediano delle famiglie è di 28.000€ netti all’anno.
Vuol dire che se mettessimo in fila i redditi di tutte le famiglie, dal più piccolo al più grande, il valore di 28.000€ si troverebbe esattamente al centro, dividendo la popolazione in 2 parti. Il 50% che guadagna più di 28.000€ ed il 50% che guadagna meno.
Tuttavia, il reddito varia moltissimo in base all’età, al titolo di studio e alla professione. Perciò, senza tener conto delle altre caratteristiche della popolazione, il valore mediano di 28.000€, seppur migliore del valore medio, dice comunque ben poco per capire quale possa essere considerato un buon livello di reddito.
Se osserviamo la distribuzione del reddito delle famiglie per fasce d’età, aggiungiamo un’informazione ulteriore per dare una risposta alla nostra domanda.

Dal grafico precedente possiamo, infatti, verificare facilmente come il reddito mediano vari molto per classe d’età. Va dai 23.800€ della fascia d’età oltre i 64 anni a circa 34.500€ per la fascia d’età 45-54 anni.
Se consideriamo il titolo di studio osserviamo una variabilità ancora maggiore, con il reddito che passa da una mediana di 18.000€ per chi ha la licenza elementare a una mediana di quasi 56.000€ per chi ha una laurea o una specializzazione post-laurea.

Adesso abbiamo un quadro più nitido di come si muove il reddito mediano per fasce d’età e per titolo di studio. Pertanto, abbiamo qualche strumento in più per capire quale livello di reddito può considerarsi buono in Italia.
Qual è un buon livello di reddito in Italia?
Prima di tentare di dare una risposta più o meno sensata a questa domanda, occorre innanzitutto capire cosa si intende con l’espressione buon reddito.
L’aggettivo buono può dar luogo a un range molto ampio di valori.
Ad esempio, una famiglia che percepisce un reddito 15.000€ all’anno potrebbe considerare buono un reddito di 20.000€. Probabilmente perché ha già raggiunto un equilibrio ad un livello di reddito inferiore e 5.000€ in più all’anno rappresentano più delle aspettative per quella famiglia.
Per una famiglia che, invece, può contare su un reddito di 50.000€, un buon livello di reddito potrebbe essere ancora più alto. Infatti, come dicevo nel post della scorsa settimana, tendiamo a non sentirci soddisfatti di quello che abbiamo perché guardiamo sempre a chi ci sta davanti.
Di conseguenza, non possiamo stabilire a priori una cifra che oggettivamente rappresenti un buon reddito.
Allora dobbiamo tentare di rendere questo parametro più oggettivo possibile, consapevoli che, in realtà, non sarà mai veramente oggettivo.
Dai dati che abbiamo visto in precedenza, possiamo facilmente verificare che un reddito familiare di 35.000€ è superiore al reddito mediano di qualsiasi fascia d’età.
Pertanto, potremmo azzardare la conclusione che un buon livello di reddito in Italia potrebbe essere pari a 35.000€.
Tuttavia, il reddito mediano è quel valore che divide esattamente la popolazione in due metà: una con un reddito inferiore a quello mediano e l’altra metà con un reddito superiore.
Dai dati precedenti non possiamo sapere come si colloca il reddito di 35.000€ sulla scala. Cioè quanta parte della popolazione resta sotto quel livello di reddito e quanta sopra.
A questo punto può venirci in soccorso la distribuzione del reddito mediano per quintili.
I quintili sono indici di posizione che dividono la popolazione in cinque parti uguali, ognuna pari al 20%.
Mettendo i redditi familiari in ordine crescente, il reddito mediano del primo quintile indica il reddito mediano del 20% della popolazione con i redditi più bassi. Quello del secondo quintile indica il reddito mediano del secondo 20% di popolazione e così via, fino ad arrivare all’ultimo quintile, il quinto appunto, il cui reddito mediano è quello del 20% della popolazione con i redditi più alti.
Ecco che, pur non potendolo definire oggettivamente un “buon reddito” per le ragioni descritte precedentemente, un reddito compreso tra i redditi mediani degli ultimi due quintili potrebbe avvicinarsi molto alla definizione di “buon reddito”. Infatti, un reddito compreso tra i redditi mediani degli ultimi due quintili sarebbe superiore al reddito di almeno il 70% delle famiglie italiane.

Ecco quindi che, almeno in Italia, un reddito compreso tra 41.000€ e 71.000€ può “quasi” oggettivamente considerarsi un “buon” livello di reddito. Ottimo se vogliamo dirla tutta.
Volessimo dare un dato più preciso potremmo andare a vedere il reddito mediano del 40% delle famiglie con i redditi più alti, che purtroppo nel report non viene indicato. Tuttavia, pur non essendo statisticamente corretto per quanto detto in precedenza parlando della differenza tra media e mediana, potremmo azzardare a calcolare una brutale media aritmetica tra questi due valori mediani ottenendo il valore di 56.000€.
Pertanto, potremmo definire “buon reddito” in Italia quello che si aggira intorno ai 55.000€, che è sicuramente superiore al reddito mediano di almeno il 70% delle famiglie italiane.
Conclusioni
In questo post ci siamo divertiti a scoprire quale possa essere considerato un buon livello di reddito, almeno in Italia. Dati alla mano, siamo arrivati alla conclusione che questo livello può trovarsi tra i 40.000€ e i 70.000€ con una media intorno ai 55.000€.
Tuttavia, “buono” è un concetto molto soggettivo. Soprattutto quando si tratta di denaro.
Tutto dipende da quelle che sono le attitudini, le aspirazioni e le percezioni personali di ciascuno di noi e da come ci approcciamo al denaro e alle spese. Se guadagni 100.000€ all’anno ma aspiri a un tenore di vita da 200.000€ allora potresti essere meno felice di chi guadagna 30.000€ all’anno ma crede che potrebbe vivere bene anche con 20.000€.
Come vedi, non esiste una risposta unica e definitiva. L’unico che può rispondere a questa domanda in maniera oggettiva, in definitiva sei solo tu.
Grazie per avermi letto e ti aspetto al prossimo articolo!
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