Ogni quanto tempo controllare l’andamento del portafoglio

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Devo dire che mi dispiace e mi preoccupa sempre un po’ vedere alcune persone controllare continuamente l’andamento del portafoglio d’investimenti, nemmeno fosse il loro feed di Facebook.

Mi dispiace perché potrebbero impiegare il tempo in qualcosa di più utile o più piacevole e gratificante. Mi preoccupa perché spesso si tratta di neo-investitori, che sono i primi a vendere tutto al minimo ribasso di mercato.

Perciò, smetti di controllare compulsivamente il tuo portafoglio. Prima di tutto perché non farai altro che accumulare stress e, in secondo luogo, perché finirai per ottenere pessimi risultati dai tuoi investimenti.

E ti spiego anche il perché.

Il cane al guinzaglio

Se stai leggendo questo blog, con molta probabilità sei un investitore o ti stai avvicinando al mondo degli investimenti. Di conseguenza il tuo focus non può che essere il lungo termine.

Sicché, come spesso ripeto, se il tuo obiettivo è il lungo periodo gli unici fattori su cui dovresti concentrarti sono quelli che puoi controllare. Tutto il resto dovresti semplicemente ignorarlo o, quantomeno, considerarlo il giusto.

In sostanza, ciò che realmente ti interessa sapere dei mercati finanziari, e azionari in particolare, è soltanto una minima parte di tutte le informazioni prodotte. Ovvero quelle determinanti che costituiscono il segnale.

Il problema è che di tutta l’informazione generata sui mercati finanziari, il segnale rappresenta una parte infinitesima. Tutto il resto costituisce solo rumore. Vale a dire informazione completamente inutile ma che non fa altro che nascondere il segnale.

Il problema ulteriore è che aumentare la frequenza con cui ti esponi alle informazioni di mercato fa aumentare esponenzialmente solo la quantità di rumore che ottieni di ritorno. La quantità di segnale che ottieni non aumenta, anzi, paradossalmente, si riduce.

Pertanto, esporti quotidianamente, e addirittura più volte al giorno, all’informazione finanziaria vuol dire sostanzialmente acquisire solo rumore. Informazione inutile che non ti dice nulla su quello che concretamente ti interessa dei mercati. Ovvero la loro direzione di lungo termine e, perciò, il segnale.

Immagina una persona che deve riportare a casa il suo cane al guinzaglio. Con tutta probabilità il cane si muoverà in tutte le direzioni, annusando e tirando da una parte e dall’altra. E questo lo farà in continuazione.

Se la tua attenzione si concentra sul cane, vedrai un andamento altamente variabile e disordinato. Questo rappresenta il rumore.

Se invece focalizzi la tua attenzione solo sul suo padrone che pian piano si muove verso un’unica direzione, quella di casa, osserverai un movimento molto più lineare e regolare fino a che non sarà giunto a destinazione. Questo rappresenta il segnale.

Pertanto, se la tua attenzione si concentra sul mercato (il cane), ti stai esponendo a tutta la variabilità e al rumore generato dal mercato. Se invece ti concentri su te stesso e sul tuo obiettivo (quindi sul padrone e sul punto di arrivo) acquisirai solo il segnale, ovvero l’unica informazione che realmente ti serve per capire se la strada intrapresa è quella giusta.

In definitiva, a te interessa il rendimento tendenziale del tuo portafoglio. Se è in linea con la tua pianificazione e con il raggiungimento del tuo obiettivo. In quest’ottica, il rendimento giornaliero rappresenta un’informazione totalmente inutile. Non ti dice assolutamente nulla su quello che sarà il rendimento nel corso dell’anno o nei prossimi 20 anni.

All’investitore non deve interessare la sequenza dei rendimenti giornalieri. Interesserà, semmai, il rendimento annuo. Perché rappresenta un’informazione depurata da tutto il rumore prodotto dai mercati nel corso dello stesso anno e, quindi, lascia emergere molto più segnale.

Di conseguenza, quanto più lungo è il periodo di osservazione tanto più segnale otterrai come informazione, perché tutto il rumore si attenua facendo emergere quello che realmente ti interessa: il segnale.

Nell’immagine seguente puoi osservare graficamente questo concetto. Ti riporto i rendimenti dell’indice S&P 500 dal 1928 al 2022 (dividendi inclusi) annualizzati a 1/5/10/20 anni. Man mano che il periodo di osservazione diventa più ampio la curva dei rendimenti annualizzati si appiattisce, lasciando emergere solo il segnale, ovvero il rendimento a lungo termine, ed eliminando tutto il rumore, ovvero la volatilità.

Questo vuol dire che meno frequentemente controllerai il tuo portafoglio e maggiore sarà il segnale che otterrai in risposta.

Effetti del segnale e del rumore sul tuo portafoglio

I saggi colgono il senso, mentre gli stolti percepiscono solo il rumore.

N. N. Taleb

Così scriveva N. Taleb nel suo libro Giocati dal Caso per indicarci l’atteggiamento più corretto con cui dovremmo porci nei confronti delle informazioni. Per quanto ci riguarda, nei confronti delle informazioni finanziarie e, in particolare, quelle relative all’andamento del nostro portafoglio.

Se il rendimento medio del tuo portafoglio è del 15% all’anno, con una volatilità (cioè la variabilità dei rendimenti) del 10%, vuol dire che in un anno il rendimento può variare tra il 5% e il 25%, con una probabilità del 93% di realizzare un rendimento comunque positivo.

Se però riduci il periodo di osservazione, passando ad esempio a rilevare i rendimenti al trimestre, la probabilità di avere un rendimento positivo scende al 77%. Continuando a ridurre il periodo di osservazione fino ad un minuto, la probabilità di avere un rendimento positivo crolla al 50%.

Di seguito una tabella con la probabilità di rilevare rendimenti positivi su differenti intervalli temporali.

Fonte: Giocati dal Caso – N. Taleb

In termini più semplici, man mano che aumenti la frequenza con cui controlli il tuo portafoglio, meno probabilità avrai di riscontrare un rendimento positivo.

Supponi ora di avere una fitta al cuore ogni volta che, controllando il tuo portafoglio, scopri che il rendimento è negativo e una scarica di adrenalina nel caso opposto. Se controlli il tuo portafoglio ogni minuto, nell’arco di una giornata di mercato (8 ore) avrai 239 fitte al cuore e 241 scariche di adrenalina.

Benché la quantità di scariche di adrenalina e di fitte al cuore sia più o meno la stessa, arriverai emotivamente stremato a fine giornata.

E se continui a controllare il tuo portafoglio ogni minuto, in un anno avrai 60.272 fitte al cuore contro 60.687 scariche di adrenalina.

Siccome il dolore è percepito in maniera più intensa rispetto alla piacevolezza della scarica di adrenalina, in un anno ti ritroverai con un forte deficit emotivo. Quindi, maggior stress e minore qualità di vita. Oltre al fatto che potresti non reggere la volatilità e decidere di vendere nel momento peggiore, realizzando perdite definitive.

Se invece di controllare ogni minuto il tuo portafoglio lo controllassi solo una volta al mese, allora la probabilità di avere un rendimento positivo sarà del 67%. Dunque, in un anno avrai probabilmente 4 fitte al cuore e 8 scariche di adrenalina, con un livello di stress nettamente inferiore ed un saldo emotivo sicuramente migliore.

Se addirittura controllassi il tuo portafoglio una volta all’anno, nei prossimi 30 anni avresti probabilmente solo 2 fitte al cuore e ben 28 scariche di adrenalina. Zero stress e saldo emotivo eccezionale.

Nonostante il rendimento e la volatilità siano gli stessi, controllando il portafoglio meno frequentemente lo stress tende a zero. E così anche il rischio di commettere errori irreparabili come vendere ai minimi di mercato.

Conclusioni

Controllare il tuo portafoglio molto spesso vuol dire solo esporti a rumore inutile e, di conseguenza, osservare solo la variabilità del tuo portafoglio.

Allargando l’intervallo temporale, invece, il rumore rapidamente scompare lasciando emergere solo il segnale. Ovvero il rendimento tendenziale del tuo portafoglio.

Io solitamente controllo i miei portafogli una/due volte al mese. Più che altro in occasione dell’investimento della quota di risparmio mensile e per verificare che alcuni automatismi (giroconti ricorrenti soprattutto) stiano funzionando.

Tu scegli la frequenza più adatta alle tue esigenze, consapevole che controllare il tuo portafoglio più di una/due volte al mese non serve a nulla. Anzi, per quanto detto, è addirittura controproducente.

Ti ringrazio per avermi letto e ti aspetto al prossimo articolo!

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