Fin da quando avevo sei anni ho sempre fatto sport. Alcuni a livello amatoriale come il calcetto con gli amici il mercoledi sera. Altri a livello agonistico come la pallanuoto che ho giocato dai dodici fino ai 25 anni.
Poi mi sono dedicato solo alla palestra che a periodi alterni ho praticato fino a qualche anno fa.
Dopo di che, l’unico sport che mi ha visto impegnato sono state le scale di casa. Stop.
Circa un paio di anni addietro ho fatto dei controlli di routine da cui è emerso un livello di glucosio ai limiti del consentito. Niente di particolarmente preoccupante, tanto che il mio medico mi consigliò soltanto di evitare gli zuccheri semplici e di fare attività fisica regolare.
Evitare dolci e limitare il consumo di alimenti contenenti zuccheri semplici non mi è costata grande fatica. Ma riprendere un minimo di attività fisica è stata una tragedia.
Ho provato a fare un po’ di corsa in tutte le ore del giorno e con tutti i migliori propositi possibili. Ma non c’era verso. Ogni volta trovavo una scusa per non andare a correre. Un giorno pioveva, un altro faceva freddo, poi un altro ancora ero stanco.
Insomma in un mese avrò messo le scarpette ai piedi due o tre volte e macinato pochissimi chilometri.
Decisamente insufficiente da poter considerare “attività fisica regolare”.
Finché un giorno tornato a casa dopo la solita giornata di lavoro non mi lasciai corrompere dall’ennesimo falso motivo per non andare a correre. E contro la mia volontà mi obbligai a indossare maglietta, pantaloncini e scarpette e gettarmi in strada nel vero senso della parola.
Mentre correvo decisi che quel giorno avrei corso 2 chilometri. E le volte successive avrei aumentato la percorrenza di 500 metri ogni volta fino a che non avessi raggiunto la distanza di 5 Km a uscita. Dopo di che avrei continuato a correre un paio di volte alla settimana almeno quei 5 Km.
Le prime due settimane dovetti letteralmente catapultarmi in strada senza lasciare al mio cervello il tempo di pensare ad una buona ragione per restarmene a casa.
Però, con mia sorpresa, al termine della seconda settimana, esattamente al sesto giorno di corsa, avevo raggiunto la fatidica soglia dei 5 Km che mi ero autoimposta.
Nelle settimane successive, gradualmente, non sentì più la necessità di gettarmi in strada per vincere la pigrizia che si era impossessata di me dopo il lungo periodo di inattività. Quella routine stava diventando lentamente un’abitudine.
Ora sono tre anni che corro con regolarità due/tre volte a settimana dai 5 agli 8 km in base al programma e all’intensità. Mi sento bene, non ho più bisogno di impormi di uscire a correre e i valori del glucosio nel sangue sono rientrati.
Vincere la pigrizia, e quindi l’inerzia del non muovermi, instaurò in me un altro tipo di inerzia che ancora oggi mi fa andare a correre senza dovermelo autoimporre. E’ diventata un’abitudine salutare che ha soppiantato quella cattiva di restarmene in casa in pantofole al posto di fare esercizio fisico.
Ma cosa c’entra questa storia di ordinaria pigrizia fisica con la finanza personale e la gestione del denaro?
Te lo spiego.
La pigrizia finanziaria
Come esiste la pigrizia fisica, così esiste anche la pigrizia finanziaria.
Questo tipo di pigrizia si materializza nell’accettare lo stato di inerzia finanziaria che ci fa trovare le scuse più assurde per non iniziare a risparmiare, per non investire, per non pianificare gli obiettivi di breve, medio e lungo termine. In sostanza di lasciare al caso uno degli aspetti più importanti della nostra vita: il nostro benessere finanziario.

Pertanto, risparmiamo solo se resta qualcosa a fine mese perché riteniamo troppo complesso redigere un budget e pianificare il risparmio.
Riteniamo difficile analizzare come spendiamo i nostri soldi e quindi continuiamo a buttare dalla finestra denaro per cose assolutamente inutili che non apportano nessun miglioramento alla qualità della nostra vita.
Quei pochi spiccioli risparmiati per caso li lasciamo sul conto corrente a farceli mangiare dall’inflazione. Oppure li “affidiamo” all’impiegato della nostra banca che li investe per noi in costosissimi fondi che rendono poco e quel poco se lo mangiano gli oneri più disparati.
E cose del genere.
Ma la buona notizia è che la pigrizia finanziaria si può vincere.
Come vincere la pigrizia finanziaria
Proprio come ho fatto io per vincere la pigrizia e l’inerzia fisica catapultandomi letteralmente in strada per correre pochissimi chilometri per volta, così puoi fare tu per vincere la tua pigrizia finanziaria.
Non lasciare tempo al tuo cervello di elaborare mille scuse per non prenderti cura delle tue finanze e del tuo benessere finanziario. Buttati nella mischia e inizia a piccoli passi.
Inizia da cose semplici, come fare una lista delle spese che sostieni annualmente per cercare di capire se ci sono spese che sostieni solo per abitudine ma che non apportano nessun beneficio alla tua vita. Se le trovi inizia a tagliarle.
Comincia a fissarti un paio di obiettivi da raggiungere che ti diano la motivazione giusta per pianificare un po’ di risparmio, al posto di accontentarti delle briciole che restano a fine mese.
Inizia solo con un paio di cose, come io ho iniziato a correre solo 2 km il primo giorno. Poi con il passare del tempo aggiungi sempre qualcosina in più. Finché pianificare gli obiettivi, risparmiare, redigere un budget, investire regolarmente diventeranno lentamente abitudini finanziarie consolidate.
E quando questo avverrà, l’inerzia negativa iniziale si sarà trasformata in inerzia positiva che ti farà fare tutte queste cose in automatico.
Prenderti cura della tua situazione finanziaria e del tuo benessere finanziario diventerà un’abitudine e vincerai la pigrizia con enormi benefici per il tuo patrimonio e la tua ricchezza.
Alle volte basta forzarci a fare piccoli cambiamenti in piccoli dettagli del nostro comportamento quotidiano che poi, con il tempo, si rifletteranno in enormi trasformazioni nella nostra vita.
Intanto… grazie per avermi letto!
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