Ero un adolescente di circa 15/16 anni e insieme ad un paio di amici dell’epoca andai in casa di uno di loro a guardare Nightmare – Dal profondo della notte, un cult horror di metà anni ’80.
Nel film, il personaggio principale – Freddy Krueger – un maniaco infanticida deturpato da profonde ustioni su tutto il corpo e sul viso in particolare, armato di guanti con lame fissate alle estremità delle dita a simulare degli artigli terrorizzava nel sonno gli adolescenti di una cittadina americana.
Ricordo che il film, pur se inquietante e terrificante, non generò sul momento particolari effetti su di noi mentre lo guardavamo in TV, tra una fetta di pizza e qualche battuta seguita dalle classiche risate fragorose tipiche dei ragazzi di quell’età.
Finito il film tornai a casa, mi preparai per andare a dormire ma, una volta a letto, appena spensi la luce il ricordo del film appena visto iniziò a tormentarmi.
Ero praticamente paralizzato, incapace di muovermi nel letto mentre rivivevo le stesse scene inquietanti del film in cui le vittime prendevano sonno per poi ritrovarsi in un incubo senza fine, dominato dal maniaco deturpato e con artigli affilati al posto delle dita.
Non riuscì ad addormentarmi se non dopo un paio d’ore e ricordo di essermi comunque svegliato a notte fonda non sapendo se fossi davvero sveglio o se stessi vivendo un incubo ad occhi aperti come nella trama del film.
Insomma, un’esperienza terrorizzante che non avrei mai pensato di vivere mentre con i miei amici guardavo quel film che sul momento faceva più ridere che tremare di paura.
Il problema del distacco empatico (Empathy Gap)
Tre anni fa ho letto per la prima volta Penso dunque Investo, un bel libro sugli investimenti di J. Montier, in cui per la prima volta venni a conoscenza del cosiddetto Empathy Gap, ovvero un errore (o bias) di giudizio che descrive la nostra tendenza a sottovalutare l’influenza degli stati mentali sul nostro comportamento.
In parole semplici, a causa dell’empathy gap tendiamo a sottovalutare l’influenza che forti emozioni possono avere sul nostro comportamento quando in realtà non ci troviamo ancora sotto l’effetto di quelle emozioni.
Subito mi ritornò in mente quell’episodio in cui durante la serata con i miei amici non avrei mai pensato che quel filmetto horror potesse tenermi sveglio tutta la notte e paralizzarmi nel letto.
Questo perchè mentre lo guardavo con i miei amici ero in uno stato freddo, nel senso che non ero preda delle emozioni che invece si sono scatenate andando a dormire.
Una volta a casa, steso nel mio nel mio letto, ero passato da uno stato freddo ad uno stato caldo a causa della paura di essere solo e al buio. E in quel momento il mio comportamento è stato completamente differente da come avrei immaginato mentre guardavo il film a casa del mio amico.
L’esistenza dell’empathy gap dovrebbe indurti a riflettere sul fatto che ci illudiamo di avere il controllo su tutto, quando poi un semplice cambio di stato mentale indotto da emozioni particolarmente forti ci può far perdere completamente il controllo, anche quello sui nostri stessi comportamenti.
Pertanto, se a freddo ci viene chiesto come ci comporteremo in una data situazione risponderemo in una certa maniera che, tuttavia, non terrà conto di quanto l’influenza delle emozioni inciderà sul nostro comportamento una volta che quella situazione realmente si verificherà.
L’empathy gap nell’investimento
Il distacco empatico assume un’importanza estrema nell’investimento perché, in un mondo dominato dall’incertezza, tendiamo a sovrastimare la nostra capacità di autocontrollo, soprattutto quando ci sono di mezzo soldi ed emozioni intense e pressanti.
Se non hai mai vissuto sulla tua pelle un calo del mercato azionario di oltre il 40% non potrai mai sapere come ti comporterai in mezzo a quella tempesta. Men che meno se ti stai facendo la domanda quando i mercati stanno salendo o sono comunque in un periodo abbastanza tranquillo.
Durante la Grande Crisi finanziaria del 2007/2008, quando quasi tutti gli indici mondiali lasciarono sul campo oltre il 50% del loro valore nel giro di un anno, io avevo da poco iniziato ad investire e il mio portafoglio valeva solo poche migliaia di euro.
Mi ritrovai a vendere la metà delle mie posizioni dopo poco più di 3 mesi di calo dei mercati con una perdita di circa il 20%. E non eravamo nemmeno a metà della discesa!
Se, anziché avere un portafoglio minuscolo ne avessi avuto uno molto più consistente avrei fatto danni molto più seri, ne sono sicuro.
E tutto questo nonostante che, prima che i mercati iniziassero a scendere, fossi sicurissimo di essere capace a gestire la paura e continuare ad acquistare anche in caso di crolli epocali del mercato, che nella realtà dei fatti non avevo mai vissuto da investitore.
Sono stato vittima dell’empathy gap, sovrastimando le mie capacità di reggere a un crollo importante dei mercati e perdendo completamente il controllo sotto la forte spinta del panico, vendendo metà portafoglio, cristallizzando una perdita del 20% e comportandomi da perfetto idiota, anche se “perfettamente umano”.
Solo la fortuna ha voluto che il mio portafoglio fosse così piccolo che in fin dei conti persi solo pochissime migliaia di euro. Ma poteva andarmi molto peggio.
Tutto ciò per dirti che le tue reazioni a determinati eventi non saranno mai come te le aspetti, soprattutto se te le immagini quando sei tranquillo e pacifico. E questo errore di sovrastima delle tue capacità di autocontrollo potrebbe costarti carissimo.
Cosa puoi fare per combattere l’empathy gap: avere un piano di investimento
La buona notizia è che l’empathy gap, ovvero la nostra innata incapacità di prevedere quale sarà il nostro comportamento nel momento in cui saremo sotto l’effetto di emozioni come la paura o l’avidità, le più grandi nemiche dell’investimento, può essere combattuto e addomesticato.
Esiste un modo molto semplice e banale per superare il distacco empatico: prendere degli impegni vincolanti.
In poche parole si tratta di dotarsi di un piano, una strategia a cui attenersi qualunque cosa accada.
Ecco perchè negli investimenti diventa fondamentale la pianificazione, cioè l’elaborazione di un piano di investimento a cui attenersi in qualsiasi circostanza, sia che i mercati salgano sia che scendano sia che non si muovano affatto.
E’ però importantissimo effettuare tutte le ricerche e definire il tuo piano di azione quando sei in uno stato freddo e in pieno controllo delle tue emozioni e in periodi in cui i mercati sono in una fase di relativa tranquillità.
Ed è altrettanto importante formalizzare il piano per iscritto nei minimi dettagli, in modo da doverlo eseguire automaticamente senza necessità di prendere ulteriori decisioni in futuro, quando magari ti ritroverai sotto pressione per qualche motivo.
A quel punto dovrai “solo” attenerti al piano in qualunque circostanza in modo che avidità e paura non ti facciano compiere sciocchezze quando i mercati saranno, rispettivamente, in salita o in discesa.
Ho scritto “solo” tra virgolette per avvertirti che non è facile andare controcorrente e comprare quando tutti sono vittime della paura e dello sconforto e vendono i loro investimenti.
Un crollo del mercato mentre lo stai vivendo non è come anticiparlo su un foglio excel.
Un conto è simularlo sul tuo bel PC nella comodità del tuo ufficio mentre magari i mercati sono ai massimi; un altro conto è ritrovarti con il tuo portafoglio a -30% che perde decine se non centinaia di migliaia di euro mentre fuori imperversa il panico e i media parlano già di sangue per le strade.
Ma avere un piano ben definito a cui fare riferimento è 100 volte meglio che non avere nulla e dover confidare solo sulla tua capacità di autocontrollo che, come hai visto, è prossima allo zero in situazioni ad alto impatto emotivo.
In un mondo pieno di incertezza, come quello dell’investimento, aggrapparti a qualcosa di certo quando le acque iniziano a farsi agitate è determinante per il successo finale.
Pertanto, se il tuo piano prevede di continuare a comprare mensilmente un certo insieme di ETF ben diversificati e a basso costo, tu dovrai seguire il tuo piano indipendentemente da tutto e tutti, anche a costo di andare controcorrente.
Oppure, come ho impostato io il mio piano, oltre agli acquisti già pianificati potresti lasciare un po’ di liquidità in più nel tuo portafoglio (non tanta per la verità) da destinare all’acquisto di quote aggiuntive in occasione di cali del mercato (ad esempio ad ogni calo del 10% o multipli).
In ogni caso l’importante è stilare il piano, formalizzarlo per iscritto ed attenerti ad esso qualunque cosa accada.
Ti aspetto al prossimo post ma intanto……. grazie per avermi letto!
Iscriviti alla Newsletter per altri contenuti gratuiti: