Conosco diverse persone che si comportano con il denaro come se quest’ultimo non avesse alcun valore. Proprio qualche settimana fa una mia conoscente mi ha raccontato un episodio che delinea molto bene questo tipo di comportamento.
Una sua parente molto stretta ha regalato al marito, per il suo sessantesimo compleanno, un’Harley Davidson che da listino sfiora i 30.000€. E fin qui nulla di strano, considerando il fatto che la famiglia è molto ricca e non si fa mancare assolutamente nulla. Ma sono rimasto spiazzato quando le ho chiesto se il marito fosse un appassionato di motori e di Harley in particolare. La risposta è stata: “No, e non ha mai guidato una moto in vita sua”.
Sono il primo a riconoscere che per le famiglie che hanno un patrimonio di svariati milioni di euro, 30.000€ hanno pressappoco lo stesso valore che 500€ hanno per una famiglia che ha un patrimonio netto di 100.000€.
Ma al di là delle proporzioni, un simile atteggiamento di spesa indica una completa mancanza di cognizione del denaro e del suo valore, sia in termini relativi sia in termini assoluti.
Accanto a questo tipo di persone, invece, ne esistono altre che hanno grandissima difficoltà a spendere il proprio denaro, soprattutto per spese non strettamente necessarie. E questo accade anche quando l’esborso in questione rientri ampiamente nelle loro possibilità.
Ogni volta che aprono il portafogli si interrogano per capire se possano permettersi o meno quella spesa. E questo accade anche per cifre davvero irrisorie per le quali non avrebbe nessun senso fare tanti calcoli e rimuginare per ore o addirittura giorni.
Queste persone vivono le loro spese con ansia costante e un fastidioso senso di colpa. Nonostante spesso non abbiano problemi di carattere finanziario e sebbene le spese siano sostenute per acquistare beni e servizi che migliorano la qualità della loro vita.
I due esempi descritti in precedenza rappresentano due comportamenti di spesa estremi. Uno in cui non esiste la benché minima considerazione del denaro e del suo valore e l’altro in cui serpeggia un costante senso di colpa.
Entrambi gli atteggiamenti sono sbagliati, come d’altronde lo sono tutti i comportamenti estremi. Ma ci fanno capire fino a che punto possono spingersi gli esseri umani quando si tratta di spendere il loro denaro.
Ed entrambi sono atteggiamenti ugualmente pericolosi. Il primo perché può portare a dilapidare intere fortune, come accaduto ad esempio alla famiglia Vanderbilt tra la fine dell’800 e i primi del ‘900. Il secondo perché impedisce di godere della gioia di spendere per beni, servizi ed esperienze che migliorano la nostra vita e quella dei nostri cari.
Spendere con un senso di rimorso perenne
In questo post, tuttavia, non voglio parlarti di chi spende senza la minima cognizione del denaro e del suo valore. Voglio, invece, concentrarmi sul secondo di questi comportamenti. Ovvero quello di chi viviseziona ogni sua spesa e si pone costantemente mille domande del tipo:
- Dovrei davvero comprarmi questo paio di scarpe?
- Ho proprio bisogno di una borsa nuova?
- Sarà il caso di andare di nuovo a cena fuori?
- Prendo il caffè al bar o lo prendo a casa?
Insomma, di chi vive le sue spese in maniera ansiogena e con un senso di colpa e di rimorso continui.
Il punto è che questo problema non ha nulla a che vedere con il livello di reddito e con la disponibilità finanziaria in generale. Infatti, questa condizione può colpire indistintamente persone con bassa disponibilità di denaro come anche persone molto ricche, con redditi molto elevati e patrimoni consistenti.
Tutti dovremmo imparare a spendere meglio il nostro denaro, questo è oltremodo evidente. Ma ciò non significa farci prendere dall’ansia ogni volta che apriamo il portafogli o mettere in discussione qualsiasi spesa, anche la più insignificante.
Ma allora, come puoi vincere questa condizione e riuscire a spendere senza rimorsi e senza sentirti in colpa?
Categorizza le tue spese
Il primo step per superare la difficoltà a spendere è quello di raggruppare per categorie le tue uscite in modo da far emergere le tre ragioni principali per cui sostieni spese o uscite più in generale.
Ho scritto un articolo abbastanza completo sul budget e su come pianificare le spese, a cui ti rimando per un ulteriore approfondimento sull’argomento.
In ogni caso, di seguito ti indico le tre categorie che comprendono tutte le spese che mensilmente sostieni:
- Risparmio (la quota del tuo reddito che metti da parte per ciascuno dei tuoi obiettivi di risparmio e di investimento: pensione, acquisti programmati, viaggi, studi per i figli, acconto per la casa nuova, ecc.);
- Spese Essenziali (Mutuo/affitto, spesa supermercato, bollette, trasporti, rate finanziamenti, abbigliamento di base, ecc..);
- Spese Non Essenziali (cene fuori casa, abbigliamento extra, pay-tv, hobby, divertimenti, sport, ecc.).
Vediamo meglio nel dettaglio ogni singola categoria.
Il risparmio
Rappresenta la quota del tuo reddito che hai deciso di risparmiare e che andrà ad alimentare i fondi destinati ai tuoi obiettivi di risparmio e di investimento. Idealmente, appena ricevi l’accredito dello stipendio dovresti girare in automatico questa somma sui vari conti che utilizzi per accantonare quel denaro.
Questa categoria di uscite dovrebbe pesare idealmente tra il 10% e il 30% del tuo reddito. Ma non esiste un valore ideale per tutti, perché molto dipende dal tuo livello di reddito e dall’ammontare effettivo delle uscite che sostieni per la categoria successiva, quella delle spese essenziali.
Le spese essenziali
Sono costituite da tutte quelle spese che devi sostenere per soddisfare i tuoi bisogni primari. Avere un tetto sopra la testa, mangiare, vestirti, andare a lavorare, pagare le bollette, ecc.
Di solito questa categoria non dovrebbe pesare più del 50/60% del tuo reddito. Ma ci sono casi in cui, dati i redditi troppo bassi, le spese essenziali pesano molto di più, non lasciando molto margine per il risparmio e per le spese dell’ultima categoria, ovvero per le spese non essenziali.
Le spese non essenziali
Questa è la categoria su cui ci concentreremo. Rappresenta tutte quelle spese non strettamente necessarie per vivere ma che sono ugualmente importanti per accrescere la qualità di vita. E sono proprio quelle per le quali moltissime persone fanno fatica a spendere denaro.
In questa categoria rientrano una molteplicità di spese che ho difficoltà a declinare nello specifico, perché dipendono in larga misura dallo stile di vita di ciascuno di noi.
C’è chi ama andare via ogni week-end, mangiare fuori casa e divertirsi con gli amici. Invece, c’è chi ama fare una molteplicità di sport e curare il proprio benessere fisico. Altri ancora che hanno la passione per l’arte e amano andare in giro per mostre e musei.
Pertanto, rientrano in questa categoria una pluralità di spese estremamente eterogenee che caratterizzano lo stile di vita di ognuno di noi e forniscono una rappresentazione abbastanza precisa del modo in cui aggiungiamo qualità alla nostra vita.
In linea di massima queste spese dovrebbero pesare circa un 20% del nostro reddito. In effetti, dovremmo sempre lasciare spazio a questo tipo di spese nei nostri budget perché migliorano la qualità della nostra vita e contribuiscono a farci sentire completi e realizzati.
Ma queste spese finiscono spesso per pesare molto meno nel nostro bilancio, perché è proprio in questa categoria che si concentrano i problemi di rimorso e di rimpianto nello spendere. E, puntualmente, finiamo per spendere per questa categoria meno di quello che potremmo e dovremmo.
E’ difficile, infatti, avere rimorsi a spendere per il cibo da consumare in casa piuttosto che per una bolletta da pagare. Per la rata del mutuo piuttosto che per fare il pieno all’auto e andare a lavorare. Questi rappresentano esborsi che sosteniamo per soddisfare i nostri bisogni di base e, pertanto, non ci rimuginiamo più di tanto. E’ pur vero che alcune di queste spese le eviteremmo ben volentieri ma non abbiamo di solito rimorsi particolari quando affrontiamo esborsi di questo tipo.
Quando invece si tratta di sostenere spese non strettamente necessarie alla nostra sopravvivenza, ma che invece sono importanti per soddisfare il nostro particolare stile di vita, allora è lì che subentrano spesso il rimorso e la colpa nello spendere. Come se spendere denaro per beni, servizi ed esperienze che ci gratificano e ci migliorano la vita, non ci fosse consentito.
E’ proprio necessario andare a cena fuori casa? Posso permettermi un nuovo paio di jeans griffati? Non sarà meglio rimandare l’uscita con gli amici? Queste e tante altre domande sono quelle che a volte bloccano alcuni di noi quando si tratta di spendere per le spese non essenziali.
Cambiare il modo di pensare alle spese non essenziali
Il secondo step per superare il disagio nello spendere per beni, servizi ed esperienze non strettamente necessari è quello di cambiare completamente prospettiva quando si affronta questa categoria di spese.
Una spesa può non essere strettamente necessaria per soddisfare un tuo bisogno primario ma questo non vuol dire che sia inutile o non meriti di essere sostenuta o debba, addirittura, farti sentire in colpa.
Se il tuo reddito ti consente di coprire agevolmente le spese essenziali e di ritagliarti una congrua quota di risparmio, il resto serve solo per una cosa: aumentare la qualità della tua vita.
E’ proprio questa la discriminante tra una spesa inutile di cui puoi fare tranquillamente a meno e una spesa che, seppur non essenziale, ti gratifica e aggiunge valore alla tua vita e a quella della tua famiglia.
Questo concetto è fondamentale. Tienilo sempre ben in mente quando spendi il tuo denaro.
Se con il tuo reddito copri senza difficoltà le spese essenziali e risparmi in maniera congrua per i tuoi obiettivi, perché dovresti sentirti in colpa a spendere tutto il resto? Fallo tranquillamente per tutto ciò che per te è davvero importante, che ti gratifica e ti fa vivere meglio. Fosse anche giocarti i soldi al casinò.
Si, hai capito bene. Se la tua passione è giocare al casinò puoi e devi tranquillamente farlo con quello che resta del tuo reddito, dedotte le spese essenziali e il risparmio per i tuoi obiettivi di investimento.
Questa è finanza personale. Riuscire a pianificare, oltre al necessario, anche il superfluo, quello che, però, ti gratifica ed aumenta la qualità della tua vita, non certo quello fine a se stesso come l’Harley di cui ti ho parlato all’inizio del post.
Secondo la mia esperienza, cambiare prospettiva da cui guardi alle spese non essenziali fa davvero una differenza sostanziale. Considerarle un volano di gioia, felicità e qualità di vita anziché un inutile spreco di denaro può farti davvero superare la difficoltà che hai nel sostenere questo tipo di spese.
Utilizza un conto separato per le spese non essenziali
Oltre a cambiare prospettiva, per liberarti una volta per tutte dall’ansia e dal rimorso nello spendere per spese non strettamente necessarie, sposta su un conto dedicato la somma di denaro destinata a queste uscite non appena ricevi lo stipendio (o qualunque altra sia la tua fonte di reddito).
Il fatto di avere il denaro per questa categoria di spese su un conto separato agevolerà moltissimo la propensione a spenderlo senza particolari rimorsi. Perché, in sostanza, una volta fuori dal conto corrente che utilizzi per le spese ordinarie è come si trattasse di denaro già virtualmente speso.
Anche io utilizzo da tempo questa soluzione, dirottando mensilmente la quota del mio reddito destinata alle spese non essenziali su un conto separato. Conto a cui è collegata una carta di debito che utilizzo solo per quel tipo di spese. Puoi farlo anche semplicemente utilizzando una carta prepagata che ricarichi mensilmente della somma dedicata alle spese non essenziali.
Ti posso garantire che adottare questi accorgimenti ti aiuterà a superare la difficoltà di spendere denaro per spese non strettamente necessarie senza particolari ansie e/o rimorsi.
Intanto… ti ringrazio per avermi letto!
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