Parlando di investire in autonomia, qualche giorno fa parlavo con un ragazzo che ha iniziato a lavorare da poco e voleva investire una parte del suo stipendio mensile. Mi diceva che aveva intenzione di chiamare il suo assicuratore per farsi consigliare un prodotto che facesse al caso suo.
Al che mi sono permesso di dissuaderlo, facendogli presente due cose in particolare.
La prima è che non dovrebbe mai partire dal prodotto finanziario per costruire un piano di risparmio e di investimento. Dovrebbe sempre partire da quelli che sono i suoi obiettivi e solo alla fine preoccuparsi dello strumento specifico da acquistare.
La seconda è che non dovrebbe mai rivolgersi a compagnie assicurative o a banche per investire. Perché il modello consulenziale di questo genere di intermediari privilegia i loro interessi di business. E questo, nel lungo periodo, si traduce in un bagno di sangue a livello di costi per il cliente.
Allora gli ho consigliato di rivolgersi ad un consulente finanziario indipendente che potesse aiutarlo a mettere in piedi il suo piano di risparmio e di investimento.
Allo stesso tempo, nel caso avesse voluto invece iniziare ad investire in autonomia, gli ho suggerito di iniziare a documentarsi leggendo qualche libro di finanza personale e investimenti, di frequentare qualche community finanziaria e di ascoltare qualche podcast davvero all’altezza.
Dalla faccia che ha fatto mi sono accorto che non aveva la benché minima idea di dove partire per iniziare ad investire in autonomia.
Ed ho compreso perfettamente il suo disagio, dal momento che è stato anche il mio quando ho iniziato a piccoli passi ad organizzare e pianificare autonomamente la mia vita finanziaria.
Allora ho capito che il non sapere da dove partire e come procedere rappresenta uno scoglio insormontabile per i piccoli risparmiatori, che frena sul nascere qualsiasi tentativo di prendere in mano la propria vita finanziaria e iniziare a risparmiare ed investire in autonomia.
E questo anche quando hanno acquisito consapevolezza dell’importanza di risparmiare ed investire correttamente. Ma alla fine rimandano sempre proprio perché non hanno letteralmente idea di cosa fare nel dettaglio.
Perciò, nonostante non mi piaccia molto scrivere guide con cui indicare passo passo cosa fare al mio lettore, alla fine ho ceduto.
Mi sono convinto che esiste un concreto bisogno del risparmiatore di avere almeno una traccia da seguire. Pertanto, in questo articolo ti indicherò, passo dopo passo, le linee guida per iniziare ad investire in autonomia.
Partiamo allora.
Prima di investire in autonomia
Sul web, ma anche fuori a dire il vero, c’è chi cerca di convincerti che puoi costruire ricchezza praticamente senza avere soldi. Ti bastano solo 39,99€ per acquistare il corso “Diventa ricco in una settimana” e hai risolto magicamente tutti i tuoi problemi finanziari.
Mi spiace deluderti ma non funziona così. E adesso ti spiegherò anche il perché.
Il corretto processo di costruzione di ricchezza
A meno che tu non abbia già una cospicua somma di denaro da investire e far crescere, se vuoi costruire ricchezza gradualmente devi necessariamente avere un piano finanziario ritagliato su misura per te e per le tue necessità. E questo piano finanziario per funzionare ha bisogno di un processo graduale che si sviluppa attraverso queste tre fasi.
Guadagna -> Risparmia -> Investi
Il processo funziona solo in un senso. E non è possibile saltare nessuna delle tre fasi. Non puoi investire se prima non hai risparmiato e non puoi risparmiare se prima non hai guadagnato.
Do per scontato che tu disponga già di un reddito sufficiente a coprire tutte le spese essenziali della tua famiglia, coprire qualche spesa non essenziale e di risparmiare senza particolari difficoltà.
Se non ti trovi in questa situazione, ovvero se il tuo reddito ti consente a stento di coprire le spese essenziali ma non di risparmiare in maniera sufficiente, allora le strade sono due.
La prima è analizzare bene come spendi il tuo denaro e costruire un budget che ti aiuti a gestire meglio le uscite. Potresti accorgerti che forse hai solo bisogno di spendere meglio il tuo denaro per riuscire a risparmiare una buona quota del tuo reddito (diciamo almeno intorno al 10%), senza comunque privarti di ciò che aggiunge qualità alla tua vita.
Se nemmeno attraverso l’analisi e la razionalizzazione delle tue spese riesci a ricavare una buona quota di risparmio, allora il problema risiede nel reddito troppo basso. In questo caso, purtroppo, questo post può aiutarti ben poco. A questo punto posso solo consigliarti di valutare la possibilità di accrescere il tuo Capitale Umano da poter convertire in un maggior reddito nel tempo.
Prima di investire devi proteggerti
Prima di iniziare ad investire in autonomia occorre che tu sia protetto contro i principali rischi che potrebbero colpire il tuo patrimonio o la tua capacità di produrre reddito.
Coperture assicurative sulla casa, sulle automobili di proprietà e sugli altri beni del tuo patrimonio che possono subire danni materiali anche ingenti, sono fondamentali. Eventi che danneggino questi beni possono metterti in seria difficoltà finanziaria e rallentare, se non proprio interrompere per sempre, tutti i tuoi piani ed i progetti per il futuro.
Allo stesso modo, dovresti proteggerti da eventi che potrebbero compromettere la tua capacità di produrre reddito. E quindi coperture assicurative contro infortuni e/o malattie sarebbero seriamente da valutare.
Come è da valutare l’opportunità di sottoscrivere un’assicurazione sulla vita nel caso tu sia sposato e/o abbia figli piccoli da tutelare e che li protegga da una tua prematura dipartita. Perdonami la crudezza ma stiamo parlando della tua famiglia e quindi dei “beni” più cari che hai e che non vorresti mai mettere in pericolo o in difficoltà.
Ho scritto un post dedicato a questi argomenti che ti consiglio di leggere per approfondire.
Il fondo per le emergenze
Prima di investire in autonomia i tuoi risparmi dovresti creare un cuscinetto di liquidità che ti metta al riparo da emergenze e da spese impreviste.
In questo modo eviterai che imprevisti o vere e proprie emergenze ti costringano ad indebitarti o ad attingere ai risparmi investiti nel momento peggiore, andando incontro a delle perdite certe.
Il fondo per le emergenze dovrebbe coprire almeno 3 mesi di spese se non hai moglie e/o figli. Se invece hai una famiglia, il consiglio è quello di avere un fondo per le emergenze capiente da coprire almeno 6 mesi di spese familiari.
In ogni caso ho scritto un articolo sull’argomento abbastanza approfondito che ti consiglio caldamente di leggere prima di proseguire con il tuo piano.
Ci tenevo a chiarire questi tre punti fondamentali per non dare adito a incomprensioni e fraintendimenti. E soprattutto per metterti in condizione di investire in autonomia con la consapevolezza di aver messo patrimonio, capacità reddituale e solidità finanziaria al sicuro.
Adesso possiamo davvero entrare nel vivo dell’argomento.
Definisci i tuoi obiettivi
Ti sembrerà una domanda fuori luogo, ma ti chiedo: “Perché vuoi investire?”
Non è una domanda stupida o una domanda a cui puoi rispondere quando poi avrai le idee più chiare.
Ti garantisco che è una domanda a cui devi dare risposta prima di investire un solo centesimo.
Innanzitutto, perché risparmiare, e di conseguenza investire, senza una ragione ben chiara in testa è difficile e spesso demotivante.
Secondo, perché da quelle ragioni dipenderà in larga misura il come e il quanto investire.
In sostanza le ragioni per cui dovresti risparmiare e investire sono rappresentate dai tuoi obiettivi.
Dalle piccole cose come una vacanza o un regalo a necessità più rilevanti come l’auto nuova, l’università per i figli o il loro matrimonio, donazioni in beneficenza, fino a progetti più importanti come una casa, un’attività imprenditoriale, un capitale per vivere di rendita o per integrare la pensione.
Ti ho fatto solo alcuni degli esempi più comuni, ma gli obiettivi sono i tuoi e quindi l’unico limite è rappresentato dalla tua immaginazione e dalla tua capacità di risparmio.
Pertanto, dovrai definire quelli che sono i tuoi 4/5 obiettivi di vita più importanti, quantificarli in termini monetari e inquadrarli nel loro corretto orizzonte temporale. Ovvero entro quale data dovranno essere disponibili le risorse finanziarie per realizzarli.
Se non porti a termine questa attività, non potrai avere mai idea di quanto risparmio ti occorra per ognuno di questi obiettivi e quanto in totale. Non potrai sapere come costruire il tuo portafoglio di investimenti e cosa metterci dentro.
Pertanto, ti consiglio di leggere i due articoli che ho scritto su questo argomento (leggi prima qui e poi qui) per approfondire questo passaggio che è di fondamentale importanza per poter investire in autonomia.
Anzi, diciamo che è fondamentale per investire in ogni caso, indipendentemente se vuoi investire in autonomia o con l’aiuto di un consulente finanziario indipendente.
Apertura dei conti di risparmio e/o investimento
Dopo aver definito e scelto i tuoi obiettivi e stabilito l’orizzonte temporale per ognuno di essi puoi scegliere se gestire tutti i tuoi obiettivi in un unico calderone oppure se gestire ogni obiettivo separatamente da tutti gli altri.
Io personalmente mi sono sempre trovato bene con un unico conto per i risparmi dedicati ad obiettivi di breve termine (sotto i 3 anni) che gestisco con fondi completamente liquidi. E poi tanti conti di investimento per ognuno degli obiettivi a medio e lungo termine. Questo mi da modo di seguire con più linearità tutte le attività legate ad ogni singolo obiettivo (o gruppi di obiettivi con lo stesso orizzonte temporale): risparmio, asset allocation, investimento, ecc.
Pertanto, potresti iniziare ad aprire un unico conto deposito su cui far confluire i risparmi per obiettivi di breve termine, che saranno parcheggiati solo in strumenti liquidi (cash preferibilmente).
Se la tua banca ti offre un conto deposito a zero spese allora approfittane e aprilo con la tua banca. Altrimenti ci sono tantissime alternative a zero spese che puoi aprire anche on-line in un paio di ore (CheBanca, Conto Arancio, WeBank, Widiba, ecc.).
Poi dovresti aprire un conto di investimento per ognuno degli obiettivi a medio/lungo termine. Oppure per gruppi di obiettivi che hanno un orizzonte temporale simile.
Si tratta in sostanza di conti su cui appoggerai i risparmi destinati ad essere investiti a intervalli regolari di tempo: mensilmente, bimestralmente, trimestralmente o come meglio reputi opportuno.
Anche qui, se la tua banca ti offre il servizio di deposito titoli a costo zero o comunque ad un costo non eccessivo, allora ti consiglio di fare tutto con la tua banca.
Altrimenti ci sono tantissime alternative affidabili di banche/broker/sim che offrono conti investimento a zero spese da aprire anche on-line in meno di mezz’ora.
Il mio suggerimento è quello di verificare sempre sul sito della Consob che gli intermediari che sceglierai abbiano tutte le autorizzazioni necessarie ad operare.
Verifica anche che abbiano bassi costi per ogni transazione. Diciamo che spese di transazione tra 1€ e 5€ sono abbastanza contenute. Spendere di più sarebbe solo un inutile spreco di denaro.
Costruisci le Asset Allocation
Prima di poter finalmente iniziare a comprare i singoli prodotti di investimento ed investire in autonomia, devi per forza di cose definire le tua strategia.
Definire la tua strategia di investimento vuol dire stabilire su quali asset class puntare per raggiungere i tuoi obiettivi nei tempi stabiliti.
Pertanto, dovrai definire quella che sarà la tua asset allocation. In sostanza, decidere la modalità con cui combinerai le diverse asset class nel tuo portafoglio di investimento, attribuendo ad ognuna di esse un peso sul totale.
Quanto azionario, quanto obbligazionario a lungo/medio/breve termine, quanto Real Estate (fondi immobiliari), quante materie prime, quanto denaro contante, e così di seguito.
L’ideale è costruire un’asset allocation per ogni obiettivo o gruppi di obiettivi con lo stesso orizzonte temporale.
Difatti, la costruzione dell’asset allocation dipende da due fattori: dall’orizzonte temporale dell’obiettivo e dalla tua personale tolleranza al rischio.
Per questo motivo costruire un portafoglio per ogni obiettivo, con un’asset allocation ritagliata su misura, rappresenta una scelta vincente nel lungo termine.
Per approfondire meglio come costruire l’asset allocation giusta per ognuno dei tuoi portafogli puoi leggere questi due articoli che ti daranno una visione più ampia e completa su come procedere: scelta dell’asset allocation e caratteristiche di base del tuo portafoglio per il lungo termine.
Qui posso dirti subito che, come linea generale, quanto più lungo è l’orizzonte temporale del tuo obiettivo, quindi quanto più in là è la data in cui i fondi dovranno essere disponibili, tanto più la tua asset allocation dovrebbe essere orientata al mercato azionario.
Pertanto, dovresti riservare una quota via via più consistente del tuo portafoglio al mercato azionario (globale si intende e non di una sola regione specifica).
Ovviamente, compatibilmente con la tua propensione al rischio, in modo che il tuo portafoglio ti faccia comunque dormire bene la notte.
Invece, quanto più l’orizzonte temporale del tuo obiettivo è di breve termine, tanto più bassa dovrebbe essere la quota azionaria del portafoglio ad esso dedicato. Contestualmente, tanto più alta dovrebbe essere la quota riservata ad obbligazioni con scadenze a breve termine (massimo 3 anni) e cash. Infatti, le obbligazioni con scadenza oltre i 3/5 anni iniziano ad essere rischiose per i motivi che puoi approfondire leggendo questo articolo.
Sotto un orizzonte temporale di 3 anni, quindi per obiettivi di breve periodo, la quota azionaria dovrebbe essere tendenzialmente pari a zero.
Pianifica il risparmio
Definiti e selezionati gli obiettivi che sono fattibili, considerata la tua situazione reddituale e patrimoniale (vedi il post che ho scritto), aperti i conti dedicati a ciascuno di essi (di deposito o di investimento), il passo successivo è pianificare il risparmio.
Questo passaggio prevede prima di tutto la definizione di una quota del tuo reddito familiare che puoi mettere complessivamente risparmiare per realizzare i tuoi obiettivi.
Come già sottolineato prima, sono partito dal presupposto che il tuo reddito sia sufficiente a coprire le spese essenziali, almeno qualche spesa non essenziale e di ritagliarti una congrua quota di risparmio.
Ebbene, ora è arrivato il momento di definire più concretamente quella quota del tuo reddito che vuoi risparmiare.
Il 5%? il 10%? il 20% o di più? Io non posso dirti molto da questo punto di vista, perché solo tu conosci la tua situazione finanziaria familiare e il tuo livello di spese mensili.
L’unica cosa che posso suggerirti è che dovresti scegliere una quota di risparmio mensile con cui ti senti a tuo agio e che hai la ragionevole certezza di poter sostenere per molti anni a venire.
Per approfondire il tema puoi leggere questo post sul risparmio che ti darà gli spunti necessari per definire questa quota e costruire il tuo piano.
Definito quanto risparmio vorrai mettere da parte per finanziare i tuoi obiettivi, dovrai fare in modo di metterlo via appena ti accreditano lo stipendio (o qualunque altra sia la tua fonte di reddito).
Puoi organizzarti attraverso bonifici ricorrenti dal tuo conto corrente verso i diversi conti di risparmio e di investimento che hai creato. Questa è la via più comoda per automatizzare il risparmio e smistarlo sui vari conti di risparmio e/o investimento.
Ma se la tua banca non offre questo servizio, oppure se è costoso (superiore a 1€ a bonifico), allora puoi ricorrere a dei normalissimi bonifici manuali.
Ora non ti resta che investire in autonomia il risparmio mensile.
Come investire il risparmio mensile
Una volta che il risparmio mensile è stato trasferito sui diversi conti creati per ognuno dei tuoi obiettivi, sei finalmente pronto per investire in autonomia.
La scelta dei singoli strumenti di investimento
Molti risparmiatori, ma anche tanta parte dell’industria finanziaria, partono da questa fase quando si tratta di investire. Ma come hai visto tu stesso, ci sono tantissime attività molto più importanti a cui pensare e da eseguire prima di scegliere i singoli prodotti.
La scelta del singolo strumento finanziario rappresenta l’ultima fase del processo e l’ultimo dei problemi.
Se hai pianificato bene i tuoi obiettivi, hai costruito altrettanto bene la tua asset allocation, hai messo in piedi un piano di risparmio sostenibile a lungo termine, scegliere gli strumenti di investimento rappresenta una pura formalità e incide pochissimo sul risultato finale.
Come più volte mi hai sentito ribadire in questo blog, l’unico strumento che dovresti utilizzare per esporti a qualsiasi asset class in cui tu abbia deciso di investire è l’ETF.
In particolare ETF indicizzati, ben diversificati e a basso costo che ti danno la ragionevole certezza di ottenere il rendimento medio della specifica asset class che stai prendendo in considerazione. Non avventurarti nella selezione di azioni singole o singole obbligazioni o ETF settoriali, perché la gestione attiva rappresenta una strategia perdente già in partenza.
Per la quota azionaria dei tuoi portafogli, pertanto, dovresti scegliere ETF ben diversificati su indici mondiali che replicano esattamente l’andamento del mercato azionario mondiale.
Alcuni di questi indici non comprendono i mercati emergenti (MSCI World e FTSE World ad esempio) mentre altri si (MSCI ACWI e FTSE All World).
Con un unico ETF puoi investire in migliaia di aziende dislocate in tutto il mondo che ti danno la possibilità di diversificare i tuoi investimenti azionari sia per numerica, sia per settore, sia per area geografica.
Nell’ambito della stessa tipologia di indice, scegliere l’uno o l’altro cambia davvero poco. E se sei in fase di costruzione del capitale, privilegia sempre ETF ad accumulazione che reinvestono automaticamente i dividendi. Eviterai di ridurre la massa critica e andare incontro ad inutili pagamenti di tasse che ridurrebbero la potenza dell’interesse composto.
Per la quota destinata invece alle obbligazioni sceglierai ugualmente ETF indicizzati, ben diversificati e a basso costo che replicano i relativi indici.
Anche per questi ETF dovresti orientarti su ETF ad accumulazione per lo stesso motivo visto già in precedenza. Esistono ETF che replicano indici obbligazionari governativi europei e USA (non conviene inserire altri tipi di obbligazioni nei tuoi portafogli) per tutta la gamma di scadenze (brevissimo, breve, medio e lungo termine). In base a come hai costruito la tua asset allocation sceglierai di conseguenza quali tipologie di ETF obbligazionari, e con quali scadenze, acquistare.
Se in qualche portafoglio hai previsto un’asset allocation che comprende anche oro o materie prime, ti esporrai a queste asset class sempre tramite ETC (prodotti simili agli ETF ma che riguardano le materie prime). Anche se il mio consiglio, soprattutto se sei all’inizio del tuo percorso di investimento in autonomia è di stare lontano da queste asset class molto particolari.
Ci sono tantissimi fornitori di ETF che coprono qualsiasi esigenza di investimento. I più affidabili e conosciuti sul mercato sono iShares, Vanguard, Lyxor, Xtrackers. Ma ce ne sono tanti altri ugualmente affidabili.
Una volta definita la tipologia di indice su cui investire, scegliere un fornitore o l’altro cambia ben poco. Pertanto, orientati su quello che costa meno.
Qui di seguito il link al comparatore di ETF migliore che ci sia in circolazione: JustETF. Su questo portale puoi filtrare gli ETF in base a quelle che sono le tue esigenze di investimento e trovare tutti gli ETF quotati e acquistabili sulla borsa italiana.
Il consiglio è di preferire quelli con una massa gestita (Asset Under Management) superiore a 500 mln€.
Acquisto dell’ETF
Ogni conto che hai aperto per ciascun obiettivo sarà collegato alla sua piattaforma di investimento. E attraverso questa piattaforma potrai materialmente acquistare gli ETF con cui hai scelto di investire.
Ti basterà entrare nella piattaforma, cercare l’ETF da acquistare (tramite il nome, il ticker o l’ISIN) e comprarne un certo numero di quote. Se, ad esempio, su quel conto devi investire 200€ su un certo ETF e una quota dell’ETF vale in quel momento 28€ acquisterai 7 quote (200€ / 28€ = 7,15).
E così farai per ogni ETF da acquistare e per ogni conto di investimento.
Se le somme da investire mensilmente sono basse, puoi anche decidere di procedere agli acquisti una volta ogni due mesi o ogni trimestre. Scegli secondo la tua comodità, perché investire mensilmente o semestralmente non sposta di molto i risultati.
A meno che non risparmi somme consistenti ogni mese e allora una frequenza più alta di investimento può essere più indicata. Ma questi sono semplici dettagli.
Il ribilanciamento periodico
Normalmente, per effetto della dinamica dei mercati, l’asset allocation che hai costruito per il tuo portafoglio tenderà a modificarsi.
Supponi di aver scelto per un certo portafoglio un’asset allocation ripartita in 70%/30% tra azionario e obbligazionario governativo a breve termine. Dopo un anno, ad esempio, potresti ritrovarti con l’asset allocation che è variata ad esempio in 80%/20%. Perché il mercato azionario è salito molto.
A questo punto, l’asset allocation è diversa da quella che hai scelto inizialmente per il tuo portafoglio e risulta più rischiosa. Infatti, la quota azionaria è cresciuta nel frattempo del 10% e quella obbligazionaria a breve termine si è ridotta del 10%.
Pertanto, devi riportare le proporzioni del tuo portafoglio a quelle desiderate (ovvero 70%/30%) vendendo azioni e acquistando obbligazioni a breve termine.
Questa operazione si chiama ribilanciamento del portafoglio e serve a riportare il tuo portafoglio al grado di rischio scelto in origine.
Ho scritto un articolo sul ribilanciamento e su come eseguirlo. Ti consiglio di leggerlo per approfondire questa operazione fondamentale.
Qui ti anticipo soltanto che il ribilanciamento va fatto periodicamente a intervalli regolari ma solo se gli scostamenti dall’asset allocation originaria sono sensibili. Se le proporzioni variano meno del 5% rispetto a quelle definite, conviene ribilanciare alla scadenza successiva.
Conclusioni
Questo post sintetizza tutti gli step per poter iniziare ad investire in autonomia.
Per ragioni pratiche, e per mantenere il post su una lunghezza gestibile, ti ho dato solo le informazioni essenziali per capire ogni singolo step. Per mettere tutto in atto ti consiglio di leggere le risorse che ti ho suggerito man mano, oltre ad approfondire in maniera molto più incisiva leggendo qualche libro sul tema.
Il mio consiglio, sempre valido, è di capire bene quello che davvero vuoi ottenere dall’investimento e, quindi, di dare ampio spazio alla definizione e quantificazione degli obiettivi.
Per la parte che riguarda in maniera specifica l’investimento procedi a piccoli passi e metti in atto solo ciò di cui ti senti davvero sicuro e che hai capito bene. Approfondisci i pro e i contro di ogni singola asset class su cui stai pensando di investire e per quale orizzonte temporale è più indicata.
Se hai dei dubbi su determinate asset class o non ti senti a tuo agio ad investirci, allora semplicemente non farlo.
L’investimento, con i suoi risultati nel lungo periodo, deve contribuire a migliorare il tuo benessere finanziario e la qualità della tua vita. Se non ti fa dormire di notte vuol dire che hai sbagliato qualcosa nella tua pianificazione o nell’asset allocation. Quindi devi per forza di cose rivederla.
Detto questo, non mi resta che augurarti buon investimento e ringraziarti per avermi letto!
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