Quanta liquidità tenere in conto? Il fondo per le emergenze

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Quante volte ti sarai fatto questa domanda o l’avrai sentita fare ad altri risparmiatori?

Decine e decine di volte.

“Quanto lascio in liquidità e quanto investo?”

Ti dico subito che questa, come d’altronde tutte le domande di finanza personale non sono mai semplici e non hanno una risposta univoca che vada bene per tutti.

Ognuno di noi è un caso a parte. Io ho le mie esigenze, i miei obiettivi, le mie preoccupazioni e tu avrai le tue che, molto probabilmente, non coincidono.

E se chiedi ad altre cento persone otterrai altre cento combinazioni diverse.

Quindi, dare una risposta univoca a questa domanda non si può. Tuttavia, si possono analizzare in maniera più generale le possibili situazioni in cui potresti trovarti in futuro e formulare delle linee guida che possano aiutarti a rispondere a questa domanda avendo un quadro più completo della situazione.

In ogni caso una buona pianificazione finanziaria non può prescindere dalla quantificazione di quante risorse devono restare liquide per far fronte a tutte le necessità che la liquidità deve soddisfare.

A cosa serve la liquidità

Partiamo dal presupposto che la liquidità, cioè il denaro contante che lasci sul conto, può avere tante funzioni quanti sono gli obiettivi a cui la liquidità stessa deve far fronte. Obiettivi che devono essere gestiti e quantificati separatamente.

Al di fuori della liquidità stanziata per soddisfare questi obiettivi, qualsiasi ulteriore somma detenuta in forma liquida rappresenta un’utilizzo inefficiente di denaro. Inefficiente perché potrebbe essere impiegato in attività più produttive.

Vediamo, quindi, quali sono i principali obiettivi per cui detenere fondi liquidi:

  • Acquisti programmati di beni e servizi di consumo (entro tre anni);
  • Investimenti pianificati in beni produttivi;
  • Investimenti da eseguire durante futuri ribassi di mercato;
  • Fondo per le emergenze.

In questo articolo mi concentrerò sull’ultimo degli obiettivi di questo elenco, ovvero quello relativo al fondo per le emergenze.

Bada bene che costituiscono emergenze solo determinate situazioni che presentano caratteristiche ben definite e non situazioni che puoi tranquillamente rimandare e/o programmare.

Di seguito vedremo, perciò, quali sono le situazioni che configurano un’emergenza e come quantificare quello che sarà il fondo per farvi fronte.

Cosa sono le emergenze

Prima di iniziare a costruire un fondo per le emergenze, sarà il caso di valutare cosa rappresenta realmente un’emergenza per te, non per tutti.

Quello che per me è un’emergenza per te potrebbe non esserlo e viceversa.

Quindi, tutto dipende sempre dalla situazione specifica di ognuno di noi, dalla sua situazione patrimoniale, reddituale, assicurativa, ecc.

C’è una situazione in cui, indipendentemente da quanto detto sopra, ognuno di noi si trova di fronte ad un’emergenza oggettiva. Si tratta della perdita della fonte di reddito che alimenta il bilancio personale o familiare di ciascuno di noi.

In questo caso, la perdita delle entrate comporterà certamente un’emergenza finanziaria che dovrà essere gestita e affrontata con il fondo per le emergenze. Si tratta, pertanto, di una delle situazioni più critiche, finanziariamente parando, in cui il fondo di emergenza è di vitale importanza.

Ma, escludendo la perdita del reddito, una situazione rappresenta realmente un’emergenza finanziaria se è caratterizzata da tre elementi concorrenti:

  1. Imprevedibilità
  2. Urgenza
  3. Inevitabilità

Imprevedibilità. Per costituire davvero un’emergenza, una spesa non deve essere prevedibile.

Tuttavia, rientrano in questa fattispecie anche spese prevedibili ma che hanno una probabilità di verificarsi molto bassa.

Se la situazione, invece, è molto probabile che si verifichi, allora non rappresenta più un’emergenza ma costituisce più che altro un acquisto che va pianificato con un orizzonte temporale più o meno lungo.

Urgenza. Un’emergenza è costituita da una situazione che deve essere gestita immediatamente, cioè nel più breve tempo possibile.

Perciò, non rientrano tra le emergenze tutte quelle spese che possono essere spostate e sostenute successivamente. In questo caso rappresentano un acquisto programmato che va gestito diversamente dall’emergenza.

Inevitabilità. L’inevitabilità sta a significare che ti trovi in una situazione in cui non puoi fare a meno di sostenere una certa spesa per non compromettere i beni più importanti della tua vita: salute, famiglia, patrimonio.

Se una certa situazione presenta tutti e tre i requisiti elencati in precedenza, allora sei di fronte ad una vera emergenza.

Potrebbe trattarsi di una spesa medica, di un incidente automobilistico, di un’emergenza che riguarda un animale domestico o di un viaggio all’ultimo momento per il funerale di un familiare o la caldaia rotta nel bel mezzo dell’inverno.

Un buon affare per un nuovo smartphone, un viaggio last-minute, un’offerta imperdibile su un’auto non sono emergenze. Semmai sono acquisti che puoi programmare e che mai dovrebbero indurti ad utilizzare il tuo fondo per le emergenze.

Quantificare il fondo per le emergenze

Stanziare un fondo per le emergenze dovrebbe permetterti di evitare di attingere ad altri cassetti del tuo patrimonio (come i risparmi per la pensione, i risparmi per l’università dei tuoi figli, i fondi per acquisti programmati, ecc.).

Stanziare un fondo per le emergenze è fondamentale anche per evitare di indebitarti per far fronte a situazioni di emergenza che potrebbero essere gestite diversamente.

E’ bene anche sottolineare che ci sono situazioni di emergenza dovute ad eventi da cui puoi proteggerti trasferendo i relativi rischi. Sostanzialmente assicurandoti.

Ma veniamo ora alla parte più soggettiva della creazione del fondo per le emergenze: la sua quantificazione.

Molti esperti di finanza personale indicano come misura giusta del fondo per le emergenze una somma equivalente ai 3/6 mesi di spese.

Per i single potrebbe andar bene attestarsi sui 3 mesi mentre per le famiglie sui 6 mesi di spese coperti.

In ogni caso sarebbe meglio considerare solo le spese essenziali, cioè quelle necessarie per sopravvivere come affitto/mutuo, cibo, utenze, trasporti, ecc..

Considerando anche le spese non essenziali potresti essere più tranquillo ma dovresti stanziare un fondo più capiente.

Come detto prima, la quantificazione è molto soggettiva perché qualcuno potrebbe essere a suo agio già con un fondo che copra tre mesi di spese. Mentre altri non sono tranquilli se il fondo non è capiente almeno per coprire 12 mesi di spese.

Ecco perché ti consiglio di cercare di individuare la somma che ti fa stare più tranquillo possibile anche a costo di stanziare un fondo più capiente del necessario.

Alla fine sei tu che dovrai essere a tuo agio con il tuo fondo per le emergenze e nessun altro.

Come mi regolo io per quantificare il mio fondo per le emergenze

Personalmente non mi baso sul numero delle mensilità di spese coperte per definire la capienza del mio fondo per le emergenze.

Parto dal fatto che ho le coperture assicurative contro invalidità, infortuni e malattie che coprono le spese mediche cui potrei andare incontro in caso di eventi che colpiscano la mia salute o che colpiscano in modo temporaneo o permanente la mia capacità di produrre reddito.

Perciò, esclusi questi eventi, per determinare la capienza del fondo delle emergenze per la mia famiglia prendo come evento economicamente più distruttivo quello della perdita delle entrate mie e di mia moglie nello stesso istante.

Considerando gli ammortizzatori sociali previsti per legge che garantiscono entrate ben determinate e a scalare nel corso del tempo, ho quantificato il mio fondo per le emergenze in una cifra tale da coprire la parte di spese non coperte dagli ammortizzatori sociali per un periodo di 24 mesi.

Pertanto, sono certo che con il mio fondo per le emergenze sarei in grado di mantenere il mio tenore di vita attuale per 2 anni dal momento in cui io e mia moglie dovessimo perdere entrambi e contemporaneamente il lavoro.

Questa è la capienza del mio fondo per le emergenze che mi fa stare abbastanza tranquillo. Pur in presenza di un evento finanziariamente molto rilevante per chiunque, come la perdita del lavoro di entrambi i percettori di reddito della famiglia.

Tu ovviamente potresti trovare l’evento che ti metterebbe maggiormente a disagio e costruire la capienza del tuo fondo per le emergenze a partire da lì.

In ogni caso sei mesi di spese coperte (essenziali e non-essenziali) rappresentano quasi per tutti una capienza sufficiente.

Costruire il fondo per le emergenze

Innanzitutto, se hai già dei risparmi devi decidere se vuoi destinarne una parte al fondo per le emergenze e, nel caso, quanta parte.

Dopo di che, dovrai anche scegliere in quanto tempo completare la costruzione del fondo per le emergenze in modo che il fondo sia pienamente operativo per quella data.

Un esempio potrà aiutarti a fissare meglio tutti i passaggi.

Supponi che hai deciso che la capienza del tuo fondo per le emergenze debba essere di 10.000€ da completare in 3 anni.

Supponi che tu abbia già dei risparmi per un totale di 20.000€ di cui vuoi destinare un 15% al fondo.

Perciò la capienza iniziale del tuo fondo sarà di 3.000€ (15% di 20.000€) e avrai 3 anni di tempo per destinarne altri 7.000€ in modo che alla fine dei 3 anni il fondo abbia raggiunto la capienza finale di 10.000€.

Per far questo dovrai destinare al fondo 195€ al mese (cioè 7.000€ / 36 mesi).

Blinda il fondo per le emergenze

Il consiglio è quello di stanziare il fondo per le emergenze in denaro contante (no a fondi monetari e no ad obbligazioni anche a brevissimo termine) per rendere queste somme sempre prontamente disponibili in qualsiasi momento e senza nessun tipo di perdita.

Certo che dovrai tenere conto dell’inflazione ma secondo me quando si tratta di fondo per le emergenze non c’è inflazione che tenga.

Per blindare questo fondo in modo che non ti venga la tentazione di utilizzarlo per qualche spesa che non sia un’emergenza, apri un conto deposito a zero spese su cui non ci siano carte di credito o di debito collegate. Dopo di che ogni mese, appena ricevi lo stipendio (o qualunque sia la fonte del tuo reddito), versa su questo conto la quota mensile che hai deciso di destinare al fondo emergenze.

Questo fin quando la capienza del fondo non raggiunge quella desiderata.

Non toccare questi soldi per nessuna ragione al mondo che non rappresenti un’emergenza vera e propria, nella speranza che non se ne verifichino mai.

Se, invece, dovesse verificarsi, passata l’emergenza torna a reintegrare mensilmente il fondo con una parte del tuo risparmio mensile, fino a che il fondo non abbia raggiunto nuovamente la capienza originaria.

Spero di averti dato degli spunti utili e interessanti e ti ringrazio per aver letto il mio articolo!

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